La decisione della Corte europea sulla legge 40 spacca la politica italiana. ”La decisione di Strasburgo ci indica la via: riscrivere completamente la legge 40. Come affermato dalla nostra Carta dei diritti e votato dall’Assemblea nazionale, questo sara’ l’impegno del Partito Democratico, nell’interesse della salute delle persone, della vita delle coppie e della ricerca scientifica del nostro Paese”. A dirlo Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn. ”La decisione della Corte dei diritti (poco) umani di Strasburgo e’ il via libera morale e legale alla selezione della specie. Eugenetica nazista con linguaggio postmoderno”. Lo dice l’esponente del pdl Renato Farina.

”Siamo certi che il nostro Governo sapra’ difendere anche in questo caso le leggi votate dal Parlamento, e che presenti il ricorso alla Grande Chambre”. A dirlo e’ Eugenia Roccella, ex sottosegretrario alla Salute e redattrice delle linee guida sulla legge 40, non ancora emanate. ”Il pronunciamento della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) era prevedibile – spiega in una nota – perche’ in primo grado le procedure adottate dalla Corte possono portare a decisioni incoerenti.

La saggia sentenza della Corte Europea sulla legge 40 ci dice che occorre liberare l’Italia da un’insopportabile ipoteca, fatta di oscurantismo e di crudelta’, sul terreno dei diritti delle persone”. Lo scrive Nichi Vendola, leader di Sinistra e Liberta’ in alcuni messaggi su twitter. ”Una nuova legge sulla fecondazione assistita – prosegue – una legge di civilta’, moderna, giusta ed umana: e’ un impegno chiaro e netto per il centrosinistra e per la sua agenda di governo.

“C’e’ ancora la possibilita’ che lo Stato italiano faccia ricorso alla Grande Camera, con il rischio di un ribaltamento della sentenza odierna, come e’ avvenuto per la fecondazione eterologa. Ma, in caso contrario, fra tre mesi questa decisione diverra’ definitiva. Quella di oggi, comunque, e’ un’ottima notizia”. E’ il commento di Maria Paola Costantini, avvocato che ha difeso diverse coppie di fronte a tribunali italiani contro i ‘paletti’ imposti dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, sulla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha stabilito che il divieto previsto dalla normativa italiana per le coppie di portatori sani di malattie genetiche di eseguire lo screening sugli embrioni viola il diritto al rispetto della loro vita privata e familiare.

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