NAPOLI – “E’ una decisione illegittima che mette anche a rischio l’assistenza ai cittadini. Faremo ricorso alla magistratura per il ripristino dei rapporti di lavoro e chiederemo risarcimenti per i gravissimi danni arrecati”. E’ scontro aperto tra l’Asl Napoli 2 e il Sindacato dei medici italiani (Smi). La direzione generale dell’azienda manda in pensione i medici che hanno compiuto 67 anni di età. Trentatré in tutto i camici bianchi che saranno collocati a riposo tra il primo settembre e il primo novembre.
Ma il sindacato che riunisce generici e ospedalieri non ci sta. “E’ illegittimo – tuona il vicesegretario nazionale dello Smi, Luigi De Lucia – il rapporto di lavoro termina a 70 anni e noi ci opporremo anche in tribunale a questa assurda decisione dell’azienda. Chiediamo l’immediata revoca delle delibere e la prosecuzione dei rapporti convenzionali. Se così non sarà ci rivolgeremo alla magistratura competente per il ripristino dei rapporti interrotti e per il risarcimento danni”. La questione è tutta tecnica: in base all’Accordo collettivo nazionale per la medicina, il rapporto tra camici bianchi in convenzione e aziende cessa al sessantacinquesimo anno di età con la possibilità, su richiesta del medico e approvazione della direzione, di mantenere l’incarico per un altro biennio. Nello stesso accordo però c’é una norma transitoria. Spiega lo Smi, finché non si riunisce una commissione ministeriale ad hoc e non vengono emanati i provvedimenti attuativi su questa materia, i medici possono restare in servizio basandosi sulla vecchia normativa, quindi fino ai 70 anni di età. “E’ l’unico caso simile in Italia – dice De Lucia – In più siamo arrivati ai paradossi: a livello nazionale si alza il limite dell’età pensionabile e si attua una presunta riforma delle cure territoriali per allentare la pressione sui pronto soccorso. A Napoli, invece, con provvedimenti illegittimi, si sbattono fuori dalle aziende dei medici che vogliono continuare a lavorare” Un rischio anche per l’assistenza ai cittadini, denuncia il sindacato. La zona interessata è tra le più popolose e va da Pozzuoli a Ischia, da Giugliano a Marano, Villaricca e Mugnano, da Frattamaggiore ad Arzano, Casoria e Afragola passando per Caivano, Acerra e Casalnuovo. Tra i pensionati ci sarebbero una ventina di medici generici più ambulatoriali di chirurgia, pediatria, ortopedia, neurologia, odontoiatria, urologia e diabetologia e lo Smi ha già inviato una diffida all’azienda a firma del vicesegretario nazionale, De Lucia, assistito dall’avvocato Antonio Puliatti e dall’ufficio legale del sindacato. “Anche in questa occasione – dice il sindacalista – la direzione ha dato prova del suo atteggiamento irriguardoso verso la nostra categoria”. A creare ulteriori tensioni, accusa lo Smi, un rapporto difficile tra sindacato e azienda. “La direzione aziendale evade le nostre richieste – dice De Lucia – non ci ha mai ricevuto e non ha mai voluto avere rapporti con noi. E’ già partita la diffida dal nostro ufficio legale di Roma e la mia personale con la quale ci costituiamo contro l’azienda e le intimiamo di abolire le delibere. E procederemo nello stesso modo qualora questa interpretazione dei regolamenti venisse applicata anche in altre aziende d’Italia”. “Cicero pro domo sua, io applico le regole”: con un latinismo il direttore dell’Asl Napoli 2, Giuseppe Ferraro, liquida le polemiche sollevate dal Sindacato medici italiani (Smi) che aveva bollato come illegittimo il provvedimento con cui si pensionavano alcuni medici convenzionati con l’azienda. “Questi medici – spiega Ferraro – andranno in pensione secondo il loro contratto nazionale di lavoro. Ognuno vorrebbe lavorare fino a 80 anni, ma le regole sono tassative e vanno rispettate: pensione a 65 anni, con due anni extra, se richiesti dal medico 24 mesi prima del pensionamento”. Secondo lo Smi, invece, stando a una norma transitoria, i medici possono restare in servizio basandosi sulla vecchia normativa, quindi fino ai 70 anni di età. “E’ una questione senza capo né coda – commenta Ferraro – Non ci sono norme transitorie che tengano. Questi medici possono comunque fare ricorso alla magistratura e attendere che si pronunci”. E sulle accuse da parte dello Smi di non avere dialogo con le sigle sindacali, il direttore dell’Asl Napoli 2 risponde che “i sindacati sono abituati a vecchie consuetudini che oggi non ci sono più. Un tempo con il dialogo si arrivavano a fare grandi storture. Io sono un tecnico – dice Ferraro – e semplicemente applicano le regole”.