Questa volta non ci sono i toni macabri denunciati nei giorni scorsi da Pierluigi Bersani, ma Beppe Grillo torna comunque all’attacco del segretario del Pd. In un post sul suo sito, il leader del movimento 5 Stelle lancia una serie di dubbi sul carattere dell’apparizione di Roberto Benigni alla festa di Reggio Emilia.
“Con che soldi sono organizzati gli incontri annuali per riflettere sul futuro della Nazione e per fare un pò di festa in piazza del pdmenoelle? Costano una cifra. Ma quanto esattamente? Con che soldi sono organizzati? Forse quelli del finanziamento pubblico o grazie alla generosità di imprenditori ‘amici’ e disinteressati (tipo Riva per intenderci)?”, domanda sul suo blog il capo politico dei grillini. Poi, riferendosi a Benigni, chiede: “gli artisti invitati sul palco lo fanno per solidarietà verso il pdmenoelle o a fronte di un ricco cachet? E questo cachet a quanto ammonta?”.
Non manca la citazione: “Domande perdute nel vento, blowing in the wind..”. La risposta del manager di Benigni non si fa attendere. “Per abitudine non prendiamo soldi dai partiti e anche questa volta non abbiamo incassato nulla dal Pd, ma dai biglietti venduti per lo show”, dice Lucio Presta. Biglietti che, per la cronaca, costavano venti euro ciascuno. “Nel mondo dello spettacolo se c’é gente che viene a vedere l’artista e paga, incassiamo, altrimenti no. Non c’é nessun minimo garantito”. La versione di Presta ciene confermata dal Pd.
“Lo spettacolo di Benigni è stato pagato dagli uomini e dalle donne che sono entrate nell’arena pagando un biglietto”, puntualizza Lino Paganelli, responsabile eventi e feste democratiche del Pd. “Quanto al resto della Festa, ribadisce il dirigente del Pd, “si innesca quel meccanismo particolare che caratterizza questo evento: la gente viene, ascolta i dibattiti, visita gli stand e si ferma a mangiare, finanziando tutto il resto. Insomma, la festa si finanzia con quello che vi si riesce a raccogliere”. E i costi? “Grillo non si preoccupi: per quelli abbiamo da rendere conto a 7mila ‘finanzieri’, a 7mila controllori rigorosissimi che sono i nostri volontari: sono i primi a voler sapere come siano stati spesi i soldi per un evento che hanno contribuito a realizzare con il loro personale impegno e la loro fatica gratuita. Dunque, noi rendiamo conto delle spese prima ai volontari, poi ai cittadini e alla fine, ma proprio alla fine, pure a Beppe Grillo”. A cui Paganelli rigira la domanda sui cachet: “Lui non è di primo pelo ed ha calcato i palchi di palasport e di feste dell’Unità. Se solo ora ha problemi con i cachet che gli sono stati pagati, è sempre in tempo per restituirli. I nostri bilanci sono certificati alla lira, pubblicati sul sito del Pd. Dove sono, invece, pubblicati i bilanci del Movimento Cinque Stelle?”.