Alla fine si è deciso di rinviare al 5 settembre il Consiglio dei ministri, previsto per venerdì, in cui si sarebbe dovuto discutere del ‘decretone’ sanità. I nodi e i dubbi da risolvere sono ancora parecchi, e i tecnici sono ancora al lavoro per trovare una soluzione e limare il testo che arriverà sul tavolo del prossimo Cdm.

I nodi, sollevati già in preconsiglio da alcuni ministeri, sono quelli principalmente delle coperture finanziarie (tra le altre cose per la ‘rivoluzione’ h24 per i medici di medicina generale), e sul carattere di necessità e urgenza di alcune delle misure previste nel corposo provvedimento, e sull’opportunità di introdurre alcuni ‘deterrenti’ contro scorretti stili di vita, come la tassa sulle bibite zuccherate o la stretta sui giochi. Anche se a Unomattina il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha spiegato che “la tassa sulle bibite non è né una soluzione a tutto né una tragedia. Volevamo dare un segnale di prevenzione e probabilmente questo è già arrivato”. Più in generale sul provvedimento, il ministro ha riferito di avere ricevuto sostegni sulle misure sia da parte parlamentare che da parte delle regioni. Tuttavia non sono mancate le critiche dal mondo medico-sindacale, nonché da Farmindustria e Federfarma. Le Regioni invece, pur condividendo alcuni principi del decreto, “come quello sulle sanzioni per la vendita di tabacco ai minori – spiega Carlo Lusenti, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna – della lotta al gioco d’azzardo”, hanno inserito parecchi emendamenti e redatto un documento destinato a Balduzzi. Tra questi c’é l’eliminazione dell’articolo sulla non autosufficienza per mancanza di copertura finanziaria, di quello sulla certificazione medico-sportiva (che nel testo a loro consegnato era rimasta in capo ai medici sportivi), e la correzione della parte sulla dirigenza medica. Altri punti toccati riguardano la medicina generale e le cure primarie, le valutazioni sulla dirigenza medica, che non può avvenire secondo linee guida nazionali, ma secondo obiettivi e criteri stabiliti dalle regioni, e le farmacie, per cui si è introdotto l’emendamento che devono avere una prossimità almeno di 300 metri. Tuttavia, non è mancato un ‘giallo’ su questo documento, perché a metà giornata alcuni assessori avevano manifestato il loro ‘ripensamento’ su alcuni emendamenti, su cui loro stessi si erano prima mostrati d’accordo, in particolare sugli emoderivati e la medicina generale. Ma per Coletto il documento è ormai pronto: “Non ritengo necessaria un’altra riunione su queste due questioni con gli assessori. Per me è chiuso. Manderemo il documento a Errani e Balduzzi con queste altre aggiunte”. Da fonti parlamentari e del governo si è appreso invece che l’obiettivo è quello di limare e aggiustare bene il documento in modo da trovare tutte le coperture finanziarie, ma senza sconvolgerne l’impianto. C’é forse la disponibilità a stralciare la parte sulla non autosufficienza, ma basta. Il traguardo finale è quello di un iter e un’approvazione veloce del decreto, senza scontentare troppo le regioni.

 

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