“I magistrati hanno il dovere di dissociarsi esplicitamente, quando c’é il rischio di un loro coinvolgimento strumentale, a tutela dell’autonomia e dell’imparzialità della funzione giudiziaria. Già da tempo l’Anm ha preso pubblicamente posizione in tal senso e oggi ribadisce la propria solidarietà al Capo dello Stato.

Non si tratta di essere timidi o prudenti, ma di non prestarsi a campagne di natura politica, cui la magistratura deve restare estranea”. Lo dice il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli.

 

BERSANI, NON RIUSCIRANNO A INTIMIDIRLO – “Sono parole nette, forti e inequivocabili quelle della Presidenza della Repubblica. Evidentemente c’è chi pensa di poter intimidire un punto di riferimento fondamentale per la nostra democrazia. Non ci riuscirà”. Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani condivide la presa di posizione del Quirinale.

CASINI, SU INTERCETTAZIONI AL COLLE COSA PRIMITIVA – “E’ una cosa primitiva, non consona ad una società liberale che le intercettazioni private vengano sbattute sulle pagine dei giornali”. Così Pier Ferdinando Casini ha risposto a chi gli ha chiesto un commento sulla pubblicazione delle indiscrezioni sulle telefonate del capo dello Stato.

DI PIETRO, COLLE RITIRI CONFITTO ATTRIBUZIONE – “Faccio un appello al Presidente Napolitano: ritiri il conflitto di attribuzione che è devastante perché mette in imbarazzo la Corte che dovrebbe per forza dargli ragione, presenti un messaggio alle Camere dicendo ‘risolvete la questione’ e renda pubbliche le telefonate”. Lo ha detto Antonio Di Pietro parlando al Tg di SkyTg24.

BONDI, COLLE NON PUO’ESSERE ESENTE DA CRITICHE – “Le rivelazioni di Panorama non comportano alcun tentativo di destabilizzazione nei confronti della presidenza della Repubblica, che non può essere esente da critiche e da giudizi di carattere politico”. Lo afferma Sandro Bondi, esponente del Pdl. “Questa vicenda – prosegue – conferma semmai la necessità di disciplinare l’uso delle intercettazioni, che non può essere permessa, incoraggiata e perfino giustificata solo in alcuni casi, come lo è stato nei confronti dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”.

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