“In questi mesi tormentati il Quirinale è stato oggetto di attenzioni speciali e tentativi di condizionamento impropri, e brutali, ai quali sono completamente estraneo, dei quali sono un avversario deciso. La frittata non é rovesciabile”. Lo afferma Silvio Berlusconi in un’intervista al Foglio anticipata sul sito del quotidiano.
“La giusta decisione di sollevare conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale non riguarda il settimanale mondadoriano, ma i comportamenti di una procura della Repubblica”, aggiunge l’ex premier e spiega di non “gioire” perché manovre “destabilizzanti” hanno “lambito” anche il Colle. “Ho un rapporto consolidato e leale con il presidente Napolitano. Lo sanno tutti. Al mio primo discorso parlamentare da premier, nel 1994, la sua replica di capogruppo alla Camera fu tanto civile, in mezzo a quelle simulazioni di guerra che caratterizzavano la faziosità della sinistra, che mi alzai dal banco del governo e lo raggiunsi in aula per una stretta di mano. Considero il capo dello stato un impeccabile servitore della Repubblica”, sottolinea il Cavaliere. “La democrazia dei processi politicamente e faziosamente orientati è il principale ostacolo al libero dispiegarsi di una democrazia civile” e “senza una radicale riforma della giustizia l’Italia non si salva”. Così Berlusconi, in un’intervista al Foglio, commenta le rivelazioni a La Stampa dell’ambasciatore Reginald Bartholomew sui rapporti tra Antonio Di Pietro e gli Usa. “Quanto alle piccole trame consolari di un magistrato voglioso di riconoscimento politico, niente mi può sorprendere”, aggiunge il Cavaliere. “La giusta decisione di sollevare conflitto di attribuzione – afferma l’ex premier – presso la Corte costituzionale non riguarda il settimanale mondadoriano, ma i comportamenti di una procura della Repubblica e i suoi portavoce a mezzo stampa, che oltre tutto per evidenti ragioni di piccola politica adesso litigano tra loro. I cittadini non sono stupidi, certe cose le capiscono al volo”.