NAPOLI – Il vertice istituzionale che si è tenuto presso la Prefettura di Napoli sul problema rifiuti è la fotografia emblematica di uno stallo grave e rischioso. Si sentono ripetere i consueti proclami di buone intenzioni, dallimpiantistica alla raccolta differenziata, nel totale vuoto diniziative concrete per aprire davvero una fase nuova nella gestione di un ciclo virtuoso dei rifiuti in Campania a dichiararlo in una nota congiunta sono Enzo Amendola, segretario regionale Pd Campania, e Fulvio Bonavitacola, responsabile ciclo rifiuti dei deputati Pd.
Il presidente Stefano Caldoro, come di consueto, si chiama fuori dalle sue rilevanti e decisive competenze, addossando ogni responsabilità ai Comuni. Tutti sanno che stiamo evitando i rifiuti per strada solo grazie al trasporto fuori regione o addirittura allestero, con costi non sostenibili a lungo. Si tratta di misure che possono servire ad affrontare una fase emergenziale e transitoria aggiungono Amendola e Bonavitacola ma non possono diventare un sistema sostitutivo di scelte strutturali, altrimenti si espone lintera regione ad una nuova e gravissima emergenza. Vogliamo per questo rivolgere a Caldoro quattro semplici domande: 1) Perché non assume in prima persona le responsabilità che gli sono assegnate dalla legge per lindividuazione dei nuovi siti di smaltimento e continua ad avvicendare da due anni e mezzo commissari che si sono rivelati del tutto inutili? 2) Come pensa di evitare la multa di 516mila euro al giorno che è stata annunciata dallUnione Europea, visto che la Regione continua a non dare risposte sulle ragioni della sanzione: carenza impiantistica, differenziata, siti di smaltimento? 3) Cosa aspetta ad utilizzare i 150 milioni di euro assegnati alla Regione Campania dalla legge n.1 del 2011 per finanziare impiantistica e raccolta differenziata? 4) Che fine ha fatto il Piano regionale dei rifiuti, presentato come la soluzione di tutti i problemi e che conferma di essere del tutto astratto ed inutile? chiedono gli esponenti Pd Restiamo in fiduciosa attesa, sperando che non venga nominato un commissario ad acta anche per rispondere alle nostre domande, concludono Amendola e Bonavitacola.