«Trent’anni fa, il 13 settembre 1982, veniva approvata la legge n.646, la Rognoni – La Torre, la prima normativa che in Italia prevedeva la confisca dei beni alle organizzazioni mafiose. Dispiace dover rimarcare questo importantissimo anniversario denunciando i ritardi che gravano sulla reale applicazione della nuova legge regionale per il riutilizzo dei beni confiscati, la legge 7/2012, promulgata il 16 aprile scorso, ma sostanzialmente ancora al palo» lo afferma il Presidente della Commissione Regionale sui Beni Confiscati Antonio Amato.
«Ieri, nel corso della riunione di commissione, abbiamo deciso all’unanimità di presentare un question time per interrogare il Presidente Caldoro e l’Assessore Sommese sui ritardi che si stanno registrando per l’applicazione di una legge che, mi sembra giusto ricordarlo, è nata sì dal lavoro di questa commissione ma col contributo dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati, associazioni di settore e organizzazioni sindacali, esperti della materia, ed è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale. Una Legge» continua Amato «che raccoglie le novità normative ed esperienziali intervenute negli ultimi anni in materia e pone la Campania all’avanguardia su questa tematica, facendo del riutilizzo dei beni confiscati un asset strategico delle più complessive politiche regionali. L’istituzione di un osservatorio regionale che dovrebbe dotarsi anche di un sistema di monitoraggio quantitativo e qualitativo del patrimonio confiscato presente in regione, la creazione di uno specifico ufficio destinato ad agevolare, con il contributo delle parti sociali, la re immissione delle aziende confiscate nel mercato legale, l’adozione di criteri di priorità nella valutazione di interventi e progetti che consentano l’utilizzo, per finalità sociali, dei beni confiscati, anche all’interno degli interventi previsti da FSE, FESR, PSR, fino ai tre fondi per il sostegno dei progetti di riutilizzo dei beni confiscati, tra cui il primo destinato direttamente a chi gestisce beni confiscati attraverso un avviso pubblico che doveva essere pronto entro 60 giorni dall’emanazione della legge, ma di cui ancora non si ha notizia nonostante l’istituzione di uno specifico capitolo di bilancio già dotato di 250 mila euro, tutti questi elementi consentirebbero un decisivo salto in avanti nella piena valorizzazione dei beni sottratti ai clan. Inoltre» dice il Presidente della Commissione «tali previsioni hanno generato grandi aspettative e la legge è stata pure presentata, insieme all’assessore Sommese e allo stesso Presidente Caldoro, in tutti i territori provinciali di questa Regione. La commissione ha già più volte incontrato l’assessore Sommese e i funzionari della giunta per seguire e sollecitarne l’applicazione, ma ad oggi registriamo preoccupanti ritardi. Ribadendo la convinzione che la camorra rappresenti il più grande freno allo sviluppo di questa regione e che il riutilizzo dei beni confiscati, se ben sostenuto, è uno strumento di grande forza per combattere il crimine organizzato, abbiamo deciso di sollecitare la giunta a rispettare quanto previsto dalla legge e mettere in campo tutte le azioni utili alla sua piena applicazione. Dimenticanze e ritardi su queste tematiche» conclude Amato «rappresentano un favore alla criminalità organizzata e il tradimento di quei principi che hanno ispirato leggi straordinarie come la Rognoni – La Torre prima e la 109/96 poi»