SAN NICOLA LA STRADA – “Parte da San Nicola La Strada la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare al fine di istituire il cosiddetto “reddito minimo garantito”. È quanto ha affermato Antonio Stefanelli, portavoce della Federazione della Sinistra (FDS) di San Nicola la Strada che raccoglie intorno a se il Partito della Rifondazione Comunista e di Sinistra Ecologia e Libertà.
“È, dunque, iniziata la campagna di raccolta firme” – ha aggiunto Stefanelli – “Sarà possibile firmare al comune negli orari di ufficio che saranno comunicati con apposito avviso, mentre giovedì prossimo 20 settembre, con inizio dalle ore 17.30 in via Pitagora angolo via Cairoli (zona retrostante l’ex hotel Serenella”) sarà allestito un gazebo che lancerà la nostra iniziativa. Il reddito minimo garantito” – tiene a sottolineare il portavoce della Federazione di Sinistra – “ha lo scopo di contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico. I beneficiari del reddito minimo garantito sono tutti quegli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non superino i 7.200 euro annui. Devono essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi; devono essere iscritti presso le liste di collocamento dei Centri per l’impiego. L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7.200 euro annui, pari a 600 euro mensili” – ha proseguito l’esponente di sinistra – “Tale misura deve essere rivalutata in base al numero dei componenti del nucleo familiare. Al beneficio economico diretto del reddito minimo garantito possono concorrere anche le Regioni e gli enti locali attraverso l’erogazione del cosiddetto “reddito indiretto”, ovvero favorire prestazioni di beni e servizi. Vi sarà la sospensione o la decadenza del reddito minimo garantito quando il beneficiario dichiari il falso al momento della richiesta; venga assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato; partecipi a percorsi di inserimento lavorativo retribuiti; al compimento dei 65 anni di età; quando il beneficiario rifiuti una proposta congrua di impiego dopo il riconoscimento delle sue competenze formali ed informali. Bisogna definire una riforma degli ammortizzatori sociali” – ha concluso Stefanelli – “in modo da introdurre un sussidio unico di disoccupazione esteso a tutte le categorie di lavoratori a prescindere dall’anzianità contributiva o dalla tipologia contrattuale; a riordinare le spese delle prestazioni assistenziali in modo da renderle coerenti con l’istituzione del reddito minimo garantito; a stabilire un compenso orario minimo”.
Nunzio De Pinto