BENEVENTO – Dichiarazione del consigliere provinciale di Benevento Alfredo Cataudo :«Di De Mita se ne può sopportare al massimo uno. Due sono decisamente troppi. E poiché Ciriaco De Mita ha contributo a scrivere la storia italiana del secondo dopoguerra ed ha sempre ottenuto un forte consenso elettorale, giungendo per questo anche a ricoprire la massima carica di Governo, credo che a lui si debba riconoscere sempre l’onore delle armi.

Non così per Giuseppe, suo nipote, che nessuno ha mai eletto, che pochi conoscevano ma che oggi ricopre la carica di Vice Governatore della Campania. E che, comunque la pensi, dovrebbe comportarsi da Vice Governatore della Campania – se le parole hanno un senso. Detto questo, però, le elucubrazioni di queste ore di entrambi i De Mita circa le questioni attinenti il riordino delle Province e segnatamente il destino della Provincia di Benevento sono ampiamente contestabili. Sarebbe preferibile che invece di giocare con le parole e con le interpretazioni dicano chiaro e tondo, senza menare il can per l’aia, che vogliono, insieme al Ministro Patroni Griffi, la soppressione della Provincia di Benevento. Non vengano a darci lezioni di diritto, perché, ancora, se le parole hanno un senso in questo nostro Paese, sappiamo bene cosa vuol dire il “riordino” di cui parla legge di “spending review”. Infatti, andando a sfogliare il Devoto – Oli (vedi pag. 1771 dell’Edizione 2002), il riordino è, nel linguaggio burocratico, l’equivalente del “riodinamento” che, a sua volta, sta per (testuale): “conferimento di un ordine migliore o più rispondente dal punto di vista della disposizione, dell’organizzazione, dell’efficienza”. Chiaro? Io penso proprio di sì e penso pure che dovrebbe essere comprensibile a tutti, soprattutto ad entrambi i De Mita. Riordino, dunque, vuol dire porre mano all’esistente e, visto che la norma dispone in un certo modo in tema di “spending review” delle Province in Campania, appare chiaro quale città debba esercitare la funzione di capoluogo dopo il riordino. Andarsela a prendere con questo o quell’onorevole che ha dato una interpretazione autentica a quanto tutti intuiscono è solo una inutile perdita di tempo ed un mascheramento dei fatti. Una cosa comunque è certa: non possono i De Mita aspettarsi che i sanniti se ne stiano con le mani in mano o al massimo applaudano chi vuole la loro cancellazione».

 

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