Condita da particolari raccapriccianti e di naturale criminale, e’ emersa una nuova testimonianza sull’inclinazione di un figlio e di una nuora del colonnello Muammar Gheddafi a maltrattare i collaboratori domestici. Un ex cuoco turco di Hannibal Gheddafi e della moglie Aline, la coppia che era stata arrestata in Svizzera per un vicenda analoga ma meno truculenta, ha raccontato di punizioni fatte di coltellate e acqua bollente rovesciata in testa.
Vittima delle ustioni, ha precisato Adnan Tam all’agenzia turca Anadolu, e’ stata una tata etiope di 30 anni cui erano affidati il figlio e la figlia di Aline. A versarle l’acqua bollente sul capo e’ stata la moglie di Annibal solo perche’ l’immigrata, Shweyga Mullah, si era rifiutata di picchiare la bambina, ha sostenuto il turco precisando di aver assistito alla scena. Il cuoco, di cui un sito di informazione turco riporta anche la foto con evidenti cicatrici su spalla e braccio, sostiene di essere stato accoltellato da Aline al culmime di maltrattamenti motivati dal cambio di posizione della Turchia, non piu’ favorevole al regime di Tripoli. ”Mi odiavano – ha raccontato Tam – mi umiliavano chiamandomi ‘il traditore turco’. Non passava un giorno senza torture, umiliazioni e insulti. Venivo picchiato da Hannibal e dai suoi uomini. Sua moglie Aline era nevrotica”, ha aggiunto l’uomo riferendo che era impossibile fuggire da quella casa dei tormenti a causa della stretta sorveglianza domestica e del controllo che il regime aveva sulla capitale. Oltre a lui e alla tata, anche altri componenti della servitu’ erano ”esposti a maltrattamenti”. Hannibal e Aline – assieme alla moglie del rais, Safia, e alla figlia Aisha – il mese scorso sono riparati in Algeria. Hannibal, che peraltro mando’ in ospedale anche la moglie a Londra, e’ noto per aver picchiato fotografi e poliziotti in Italia ma soprattutto per essere stato arrestato assieme ad Aline nel 2008 in Svizzera a causa di maltrattamenti inflitti a due suoi domestici: una vicenda che porto’ a una lunga serie di conseguenze, fra cui la crisi dei visti tra Libia e Ue e al fermo di due cittadini svizzeri in Libia.