BENEVENTO – Presso il Teatro Massimo di Benevento sono state consegnate le statuette della Decima edizione del Premio “Il Gladiatore d’oro”, riconosciuti dalla Provincia a quanti hanno onorato il Sannio nelle arti, nella cultura, nelle professioni, nello sport ed intitolati al bassorilievo di epoca romana custodito nel Museo del Sannio, Istituto culturale dell’Ente. Per questo 2012 la Giuria, formata dai vertici delle istituzioni locali e dagli esponenti della vita culturale sannita, Nazzareno Orlando e Maria Felicia Crisci, ha indicato i vincitori nelle persone di: Ugo Gregoretti, Biagio Spallone, Mario Collarile, Luisa Nardini, David Anthony Pope e Fabrizio D’Aloia.
Un Premo speciale è andato al Campione italiano di danza sportiva Maurizio Buccirossi e, alla memoria, allo scenografo Paolo Petti, recentemente scomparso. La serata, per la direzione artistica Vittorio Iollo, organizzata dal Settore Relazioni Istituzionali della Provincia, si è sviluppata sul registro “Sannio pride”, cioè “dell’Orgoglio sannita” come era stato indicato nel corso della Conferenza Stampa di presentazione dal presidente della Provincia Aniello Cimitile. In altri termini, la serata, secondo il presidente, ha voluto recare la testimonianza di valori positivi e concreti, sui quali la gente del Sannio ha dato sempre il meglio di sé e che costituiscono il patrimonio ideale e fattuale sul quale poggiare la rinascita del territorio. Questi valori – ha specificato il presidente Cimitile sono quelli della laboriosità, della creatività, dell’intelligenza e della voglia di fare: valori dimostrati sia in Italia che all’estero. La cerimonia della consegna dei Premi, con il suo contorno di spettacolo, è stata presentata da Caterina Balivo ed ha visto la partecipazione del comico Giobbe Covatta, dell’interprete della migliore tradizione della canzone napoletana d’autore Mario Maglione, del cantautore e poli-strumentista Angelo Branduardi, e delle belle voci di Irene Fornaciari e Serena Autieri. La serata è stata supportata dalla beneventana Big Band Orkestra, diretta dal Maestro Umberto Aucone, che ha accompagnato la “perfomance” del “crooner”, anch’egli beneventano doc, Coky Ricciolino, esibitosi con due brani di Frank Sinatra (eccellente l’esecuzione della “superhit” mondiale “My way”) e la famosa “New York, New York” di Lisa Minelli. Sul palco si sono esibiti anche due altri giovani sanniti: il promettente cantautore Nicola Marotta e la bellissima Elena Santoro, finalista all’ultima edizione di Miss Italia, risultata la più votata sul web. La cronaca dice che la serata è iniziata all’insegna della commozione nel ricordo del compianto Paolo Petti, lo scenografo originario di Airola, che tanti spettacoli ha realizzato nel corso di decenni di collaborazione con grandi registi della Televisione di Stato italiana, del teatro e che, più volte, ha curato con il suo tocco le Edizioni de “Il Gladiatore d’oro”. Il Premio alla memoria è stato ritirato dai due figli dell’artista, Luigi e Gabriella (peraltro, quest’ultima , come già in passato, leggeva le motivazioni della Giuria alla base dei Premi). A Paolo Petti ha dedicato alcune commosse e sentite parole anche il pittore e scultore sannita Mimmo Paladino, anch’egli “Gladiatore” (nella prima Edizione), uno dei protagonisti della “Trans-avanguardia”, che ha fatto pervenire una lettera, nella quale ha ricordato il sodalizio artistico che lo legava al Petti, sodalizio, tra l’altro, concretizzatosi anche con il film “Quijote”. Il Premio è stato consegnato ai figli dal senatore e consigliere provinciale Cosimo Izzo. Dopo un breve intermezzo con la voce di Irene Fornaciari, che peraltro è tornata nel corso della serata con esplosive esecuzioni di brani celebri di Stevie Wonder e Tina Turner, è stato la volta del Premio al Maestro Ugo Gregoretti, uno degli interpreti più innovativi e celebri dell’industria culturale-televisiva pubblica e del teatro, ma anche un amante del territorio sannita (lui che è nato a Roma), in particolare di Pontelandolfo (cittadina “scoperta”dal suo babbo) e della stessa Benevento (per le quali ha ideato straordinari eventi culturali ed ha consentito la nascita di laboratori culturali). A lui la Giuria del “Gladiatore” ha conferito il “Premio speciale Arechi II”, per esser stato un protagonista d’eccezione della vita culturale del Paese e per il suo impegno pluriennale in terra beneventana. E’ stato il presidente del tribunale Rocco Carbone a consegnare la statuetta al Maestro. Molto intenso il momento musicale e lo spazio concesso a Nicola Marotta che corre per il Festival di Sanremo e che ha presentato due sue composizioni, eseguite con grande piglio e sicurezza e con bella voce: è evidente che ci crede molto in quello che fa e che ha tutte le potenzialità per emergere sul proscenio nazionale. E’ stata quindi la volta del Premio a Biagio Spallone. La sua è una storia di emigrazione (“uno dei 150mila che ha lasciato il Sannio” – ha notato amaramente dal palco, accanto alla Balivo, Cimitile nel consegnargli il trofeo): artigiano ed imprenditore negli Stati Uniti, conseguito con le sue camicie sartoriali, un tale successo e tali e tanti riconoscimenti da essere diventato il fornitore di fiducia del presidente John Fitzgerald e di suo fratello, candidato presidente, Bob Kennedy, entrambi uccisi nel corso di due diversi attentati, del celebre cantante Paul Anka, del leggendario pugile Primo Carnera, e di tra gli altri – e scusate se è poco). Il Premio è stato consegnato dallo stesso Cimitile. Sul palco si è quindi presentato Mario Maglione (da molti ritenuto, a giusta ragione, “l’erede di Murolo”, uno dei massimi interpreti della canzone d’autore napoletana, musicista e chitarrista, con il quale peraltro ha suonato a lungo accompagnandolo proprio con la chitarra classica): interprete raffinato e colto ha ottenuto applausi a scena aperta per la sua sensibilità e la sua voce. La Balivo ha quindi chiamato sul palco del Massimo Angelo Branduardi, capace di intrattenere il pubblico in un “one man show”, con le sue raffinate e certo non semplici esecuzioni, con chitarra e violino, chiuse con la celebre: “Alla fiera dell’Est”. E’ stata quindi la volta della consegna del Premio a Mario Collarile, presidente del Coni provinciale, animatore di un salotto culturale celebre in città, protagonista delle professioni liberali e del mondo culturale sannita, il quale ha parlato della … morte. Sì, proprio la morte: colpito da un tumore alcuni anni or sono, Collarile ha voluto richiamare l’attenzione di tutti su questa malattia, invitando tutti ad affrontarla con coraggio e forza d’animo, ma anche con ironia. La consapevolezza della caducità di tutte le cose è stato un brusco richiamo alla realtà nel corso di una serata di spettacolo, ma Collarile ha avuto il merito di farlo con straordinaria leggerezza e con il sorriso sulle labbra che hanno conquistato tutti. A consegnare il Premio è stato il vice presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Lamparelli. La Balivo ha quindi annunciato che il Premio è stato riconosciuto a Luisa Nardini, sannita doc, già allieva del Conservatorio Musicale “Nicola Sala” di Benevento, oggi docente dell’Università del Texas, insigne studiosa di musica e canto medioevale ed in particolare del Canto gregoriano e del suo antesignano, il Canto beneventano che, anche grazie al suo contributo scientifico, è stato riconosciuto come componente di primo piano del patrimonio storico e culturale dell’Umanità. La circostanza del Premio alla Nardini è stata corroborata anche dal fatto che la longobarda Chiesa di Santa Sofia è stata riconosciuta Patrimonio Mondiale Unesco nel 2011. La Nardini ha ritirato il Premio nello scorso mese di luglio, allorché era libera da impegni accademici nel Texas e nel periodo in cui si pensava, come del resto da tradizione, di svolgere la serata: ma proprio in quei giorni giunse il Decreto Legge Monti sulle Province e, dunque, fu deciso di spostare la data della consegna dei trofei. In questi giorni, tuttavia, a causa degli impegni negli Stati Uniti, la Nardini non è potuta tornare in patria ed è stato così mostrato al pubblico un filmato realizzato in occasione della consegna a luglio: a fare da “testimonial” per la stessa Nardini, sul palco del Massimo è salito il fratello Giuseppe. Altro trofeo è andato a David Anthony Pope, imprenditore di origini sannite, ormai stabilitosi negli Stati Uniti, ove dirige una Fondazione impegnata in interventi solidaristici e comunque è giunto ai vertici del mondo imprenditoriale e finanziario italo-americano: non avendo potuto raggiungere l’Italia, il premio è stato ritirato dal cugino Carlo accompagnato dal sindaco di Arpaise, Mena Laudato. A consegnare la statuetta è stato il vice presidente della Provincia Antonio Barbieri. Pirotecnico è stato quindi l’intermezzo comico di un irriverente e stralunato Giobbe Covatta, che ha immaginato di essere stato proiettato nel 2030 da una inverosimile macchina del tempo. Dando libero sfogo alla sua satira politica, Covatta ha immaginato paradossali situazioni in cui dovrebbero essere coinvolti tra 28 anni i protagonisti della attuale scena pubblica. Infine l’ultimo Premio è andato Fabrizio D’Aloia, ingegnere, 48enne beneventano, imprenditore, proprietario dell’azienda “Microgame”, una delle realtà più fiorenti, capace di dare lavoro a 150 persone. D’Aloia ha dedicato il premio ai giovani del Sannio, definendosi molto fortunato nell’essere stato capace di approfittare di alcune opportunità. E’ stato il consigliere provinciale Alfredo Cataudo a consegnare la statuetta. A chiudere la serata la bellissima Serena Autieri che ha chiuso la sua esibizione con “Caruso”, la celeberrima canzone di Lucio Dalla, anche lui amante della città di Benevento, venuto a mancare nei mesi scorsi e, con Paolo Petti, attore del “Quijote” di Paladino, girato proprio nella campagna beneventana. Infine la presentatrice della serata, nel prendere congedo, ha ringraziato l’organizzazione, la direzione artistica, la Dirigente del Settore Relazioni Istituzionali Irma Di Donato e il presidente della Provincia Cimitile.