“La scelta di Berlusconi può ridare al centrodestra la spinta innovativa che lo ha portato a vincere nel ’94. Lo sbaglio e’ stato stare fermi per quattro mesi mentre il centrosinistra andava avanti”. Lo dice al Giornale Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera.
“Uno stallo – prosegue – che ha nuociuto molto al partito e durante il quale una serie di persone, parlamentari e non, ha deciso di attaccare a testa bassa il segretario Angelino Alfano e addirittura lo stesso Pdl come partito da rottamare, guadagnando così la scena mediatica”. “Però sono felice di vedere che persone come Daniela Santanché, che giudicava il Pdl finito, ora abbia deciso di candidarsi alle primarie”. Ora, dice, “più che una guerra interna temo una fiera delle vanità. Le primarie per funzionare possono avere tre o quattro candidati al massimo, se si affollano in troppi si rischia soltanto di assistere ad un’esibizione di personalismi”. Quanto alle regole, Cicchitto indica la via: “un albo a cui ci si iscrive”, “ogni candidato deve portare un certo numero di firme”. In ogni caso il tavolo su questo tema “é stato convocato” e in ultima istanza deciderà “l’ufficio di presidenza del partito”. Il voto di Cicchitto andrà comunque per Angelino Alfano, “scelto da Berlusconi come nostro segretario e che considero il candidato naturale”.