Ogni giorno si verificano 563 incidenti stradali, che provocano la morte statisticamente di un po’ meno di 11 persone e il ferimento di altre 800. Questo succede quotidianamente sulle strade italiane, secondo quanto calcolato da Aci e Istat nel rapporto annuale, che rimarca come nemmeno quest’anno, pur con una significativa riduzione del numero di morti, non sia stato raggiunto il target europeo del dimezzamento in un decennio.

Nel 2011 – dice il rapporto – si sono registrati 205.638 incidenti stradali con lesioni a persone. I feriti sono stati 292.019, i morti 3.860: rispetto al 2010 c’é stata una diminuzione del numero degli incidenti (-2,7%) e dei feriti (-3,5%) e un calo più consistente del numero dei morti (-5,6%). Facendo riferimento agli ultimi dieci anni, i morti sono passati da 7.096 a 4.237 (-45,6%); gli incidenti sono scesi da 263.100 a 215.405 (-21,8%); i feriti da 373.286 a 307.258 (-21,8%). Quindi, sebbene le cifre siano in calo, nemmeno quest’anno l’Italia ha raggiunto l’obiettivo europeo di -50% morti sulle strade. Meglio di noi, tra gli altri, Spagna (-62,7%), Irlanda (-54,7%) e Francia (-51,4%). Il dato, che ci colloca a metà classifica (al 14/o posto), è comunque migliore del valore medio europeo pari a -44,5%. Gli incidenti più gravi – dice ancora il rapporto – avvengono sulle strade extraurbane (escluse autostrade): 4,7 decessi ogni 100 incidenti. E andando a guardare la classifica per città si rileva che nei grandi comuni si verifica circa un terzo (32,8%) degli incidenti urbani: Roma 10,3%, Milano 7,2%, Genova 2,7% e Torino 2,2%. L’indice di mortalità, più alto a Napoli (1,8), Venezia (1,6), Messina (1,4), Catania (1,3) e Palermo (1,2) il più basso, invece, a Trieste (0,3), Genova (0,4) e Milano (0,4). Per quanto riguarda, le strade fuori dall’abitato, l’indice di mortalità raggiunge il livello più alto a Trieste (5,3), Catania (4,9) e Firenze (4,0).

 

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