Suona anche in Italia l’allarme terrorismo alla vigilia del decimo anniversario dell’11 settembre. Non ci sono minacce specifiche, ma il Dipartimento della Pubblica sicurezza ha inviato a tutte le prefetture e questure una circolare in cui invita ad ”intensificare l’attivita’ di vigilanza e controllo sugli obiettivi sensibili”.

La richiesta alle forze di polizia sul territorio e’ dunque quella di predisporre servizi aggiuntivi ed alzare l’attenzione su tutti quelli che potrebbero essere bersagli di attentati: aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana, porti, luoghi di ritrovo e di culto, simboli della cristianita’ e del Paese, sedi diplomatiche e interessi di Paesi a rischio come Usa, Inghilterra e Israele. A questure e prefetture, come sempre in questi casi, viene inoltre chiesto di monitorare costantemente la rete internet e i luoghi di ritrovo – reali e virtuali – di antagonisti ed estremisti e di attivare tutte le fonti sul territorio.

Nel documento del Dipartimento non ci sono riferimenti a minacce specifiche: al Casa (Centro di analisi strategica antiterrorismo), organismo che riunisce allo stesso tavolo rappresentanti delle forze dell’ordine e dei servizi per esaminare i rischi, non risultano infatti segnalazioni attendibili di pericoli. Uno degli scenari paventati – difficilmente contrastabile – e’ quello del terrorista ‘fai da te’, la scheggia impazzita non legata a cellule o organizzazioni, che compie un’azione solitaria. Il modello e’ Mohammed game, l’irreprensibile libico che nell’ottobre del 2009 fece esplodere un ordigno artigianale nella caserma Santa Barbara di Milano. Naturalmente, gli apparati di sicurezza nazionali sono da mesi allertati su quello che viene considerato il piu’ caldo fronte del rischio: la Libia. Le minacce di Gheddafi all’Italia fanno infatti temere il possibile innesco di singoli o cellule di fedeli dell’ex rais allo scopo di compiere un’azione eclatante sul territorio di quello Stato ritenuto colpevole di aver ‘tradito’ l’amicizia con il regime di Tripoli. Per questo i circoli libici presenti in Italia sono attentamente monitorati per captare eventuali fibrillazioni. Cosi’ come i consistenti interessi economici italiani sul suolo libico. Attenzione massima anche sulla missione in Afghanistan, che continua a preoccupare per gli attentati messi a segno dagli insorti.

 

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