NAPOLI – Non usa mezzi termini Severino Nappi: “La cooperazione in questa regione è una forza e per le sue caratteristiche valoriali rappresenta il traino dell’economia del futuro e le dobbiamo un riconoscimento. Un impegno concreto che io e i miei colleghi abbiamo assunto già in altre occasioni” “La legge regionale per la cooperazione – prosegue – è stata già approvata all’unanimità dalla III Commissione. Dopo che il Consiglio regionale avrà concluso l’iter legislativo, la Regione dovrà attivarsi per mettere in campo discipline ad hoc, strumenti tecnici tali da permettere ai cooperatori di continuare a fare il loro lavoro” “Oggi – conclude – dobbiamo fissare, necessariamente, quei principi che ci permetteranno poi di lavorare in sinergia domani perché sia chiaro, la legge non è un punto di arrivo, bensì di partenza”.

“La cooperazione impegna solo in Italia un milione e mezzo di persone, con un corpus di 90.000 imprese” fa sapere Gianluca Maria Esposito, Direttore Generale Pmi ed Enti Cooperativi Ministero per lo Sviluppo Economico. “Un sistema – incalza – che riempie il 60% del bacino occupazionale. L’attenzione verso questa poderosa forza economica non è solo nazionale. La Regione Campania sta seriamente lavorando per scrivere una buona pagina di cooperazione locale, riparando ad un grave gap, quasi da era glaciale, poiché l’ultima legge è stata scritta nel 1977 (L.R. n. 32)” ribatte Esposito “ Una riparazione dovuta – e chiude – poiché la cooperazione è un modello d’impresa buono per provare a parlare una lingua diversa da quella della crisi”.

L’ultima legge campana per lo sviluppo e il sostegno della cooperazione risale, infatti, al 1977. Un contesto socio superato e totalmente differente da quello attuale. “Questa vacatio genera disagio” – così esordisce Anna Petrone, componente VI Commissione consiliare Regione Campania, che si batte anche per alzare l’attenzione sulla legge sulla cooperazione sociale. “Non si deve approfittare – dice – della predisposizione naturale dei cooperatori verso il lavoro e il sostegno al territorio. La politica deve prendere atto che spesso i servizi che, ad esempio, la cooperazione sociale offre non vengono retribuiti e, nonostante ciò, non sono mai stati interrotti i servizi di assistenza. Questo non va bene. Ben venga, allora, l’approvazione rapida di una legge specifica”.

Don Tonino Palmese, Vicario Episcopale Carità Pastorale Sociale Diocesi Napoli, ha fatto risaltare i caratteri propri della cooperazione, che non sono il capitale ed il profitto, ma la centralità dell’uomo e la solidarietà. Principi da sempre anche sostenuti dalla Chiesa, che riconosce nella cooperazione l’unico modello attuabile per lo sviluppo dell’essere umano nella società civile.

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