SANTA MARIA CAPUA VETERE – “Si rimane stupefatti di fronte all’allarme lanciato a proposito della raccolta differenziata in provincia di Caserta, secondo i quali la stragrande maggioranza dei Comuni è ben al di sotto della percentuale del 50%. Ma si rimane ancora più stupefatti quando città come Santa Maria Capua Vetere sono associate, in un identico destino, a città che la differenziata non sanno neanche cosa sia”.
E’ quanto afferma l’assessore all’Ambiente Donato Di Rienzo, commentando le notizie riguardanti il rischio di commissariamento di 83 Comuni di Terra di Lavoro e annunciando che, nel mese di ottobre, la quota di raccolta differenziata registrata dagli uffici di Palazzo Lucarelli è del 53,49%. “Giova ricordare – aggiunge l’esponente della giunta guidata dal sindaco Biagio Di Muro – che Santa Maria Capua Vetere è, tra i Comuni più grandi, quello che ha raggiunto i risultati migliori, ben al di sopra, per esempio, di Aversa, Maddaloni, San Nicola la Strada e Sessa Aurunca, per non parlare di Mondragone e Caserta. Non si tratta di fare del facile campanilismo, ma vedersi accomunati a città che non dimostrano la benché minima sensibilità ambientale lascia alquanto perplessi. E la perplessità cresce quando si ravvisano atteggiamenti, da parte degli enti sovraordinati (Provincia e Regione) che sembrano remare nella direzione contraria”. L’assessore Di Rienzo spiega con due esempi: “Secondo un metodo farraginoso di calcolo applicato dalla Provincia su deliberazione della Regione Campania, il cosiddetto multimateriale conferito viene abbattuto di uno scarto fisso del 30% (nel 2011 era il 15%). Questo significa che se la città smaltisce 100 di plastica, la quantità realmente calcolata è 70, riducendo il reale valore della differenziazione. Si tratta di un criterio deciso dalla Regione tenendo conto dell’incuria napoletana, che non è cosa dei cittadini sammaritani, che hanno sempre dimostrato ben altra sensibilità. Secondo esempio: nei tre mesi prima dell’estate, abbiamo effettuato undici interventi straordinari di bonifica per un totale di oltre centomila chilogrammi di rifiuti. Questo ingente ammontare viene conteggiato dall’Osservatorio provinciale insieme all’indifferenziato, con il risultato ovvio che la percentuale di raccolta virtuosa viene drasticamente abbattuta. Ora, delle due l’una: o la Provincia intende scoraggiare le bonifiche sul territorio, o intende impedire ai Comuni di superare le percentuali che danno diritto a tariffe più basse per lo smaltimento. In entrambi i casi, i cittadini di Santa Maria Capua Vetere devono sapere che stanno facendo il loro dovere e che non sarà un cavillo burocratico utilizzato dalla Provincia a vanificare gli sforzi che, giorno dopo giorno, stanno compiendo tra le mura domestiche, contando sulla determinazione che anche l’amministrazione comunale ha messo in campo”.