Beppe Grillo all’attacco sulla legge elettorale all’esame del Senato. “Di fronte al colpo di Stato del cambiamento in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la UE tace.
Chissà forse ci farà una multa per divieto di sosta a Montecitorio”, scrive il comico sul suo blog. “Ce la sto mettendo tutta e ce la facciamo, altrimenti Grillo dal 30 va all’80%”, dice intanto il presidente del Senato, Renato Schifani. “Spero che il mio ottimismo – aggiunge – a breve si traduca in certezza. Ci sono notevoli margini per pensare che a breve si arrivi ad un’ampia intesa tra le forze parlamentari. Tra i partiti – prosegue il presidente del Senato – c’é una fase estremamente delicata e costruttiva. I partiti con grande responsabilità stanno facendo in modo che il provvedimento arrivi in Aula per una riforma condivisa. Oramai i tempi sono brucianti – conclude – le lancette si devono fermare”. “Sono fiducioso quanto Schifani. Si può trovare l’accordo, con un premio alla lista che arriva prima, con una soglia, che se non sarà il 42, sarà il 40, ma che c’era la necessità di individuare , per evitare che poi ci trovassimo come il Parlamento greco”, aggiunge il presidente della Camera Gianfranco Fini. “Si può trovare un accordo anche sulla proposta D’Alimonte – prosegue – e ridare agli elettori la certezza di poter rieleggere i loro parlamentari”. La legge elettorale non entusiasma neanche il Pd. “Magari non uso i termini di Grillo ma non piace neanche a noi”, commenta il segretario Pier Luigi Bersani. “Non piace neanche a me – ha spiegato Bersani – se è l’unica misura che si intende mettere. E’ una misura praticamente irraggiungibile. Senza nessun’altra misura, nessun altro premio di governabilità si potrebbe arrivare ad una situazione di ingovernabilità e questo non farebbe certo bene a un paese come l’Italia”. “Attenzione, perché non stiamo ragionando per il Pd, stiamo ragionando prima di tutto per l’Italia”, conclude. Sulla legge elettorale “il Pd sta alzando un polverone per nulla”, dice Lorenzo Cesa. “Oggi Bersani – prosegue il segretario Udc – dice che va bene la soglia al 40% per avere il premio di maggioranza: bene, noi siamo d’accordo con lui”. “Il vero problema – ha concluso Cesa – è capire se il Pd vuole cambiare questa legge elettorale e restituire ai cittadini la possibilità di scegliersi l’eletto”.