BENEVENTO – Il Consiglio provinciale di Benevento ha respinto a maggioranza, con voto palese, la proposta di petizione popolare per il referendum sul Molisannio, cioè la nuova Regione che dovrebbe inglobare il Sannio al Molise, così come richiesto da una petizione popolare firmata da 4.020 cittadini. La decisione dell’Assemblea, presieduta da Giuseppe Maturo, è venuta nel pomeriggio di oggi dopo una discussione che si è protratta per alcune ore.
Il dibattito era stato aperto da una relazione del presidente della Provincia Aniello Cimitile. Hanno prevalso in sede di votazione le ragioni illustrate dal capogruppo del PD Claudio Ricci, secondo il quale non era opportuno in questa fase spaccare il Sannio, proprio mentre il Parlamento si appresta a varare in via definitiva il decreto legge che riconosce la città di Benevento quale capoluogo di una nuova Provincia (quella irpino-sannita). Il capogruppo Ricci aveva dunque invocato la massima unità del Sannio per sostenere la battaglia parlamentare su questa posizione da parte dei rappresentanti della Provincia sannita. Il presidente Cimitile aveva nel suo intervento ricordato che sull’argomento si erano registrati da decenni studi e appelli da parte di numerose personalità del Sannio, nonché il voto del Consiglio provinciale nel 1993. La questione, dopo molti anni di silenzio, ha ricordato il presidente, fu ripresa nell’agosto del 2011 allorché il Governo volle proporre l’abolizione delle Province. Si riaccese dunque il dibattito, anche con autorevoli interventi, ma, ha affermato il presidente, egli stesso avvertì l’esigenza e il dovere istituzionale di capire quali fossero i reali orientamenti presenti sul territorio. Cimitile ha ricordato in particolare la ferma contrarietà dei Comuni maggiori, mentre la volontà favorevole di quelli dell’Alto Tammaro; egli ha ricordato inoltre che dai contatti avuti con il presidente della Provincia di Isernia e Campobasso vennero due “no”. In sostanza, Cimitile ha ricordato che il Sannio su tale questione è sempre stato spaccato e dunque riproporre il tema oggi avrebbe significato portare alla distruzione l’unità della Provincia. “Ho sempre detto – ha proseguito Cimitile – che bisognava mantenere distinte le questioni dell’autonomia di autogoverno dell’area vasta della Provincia di Benevento dall’adesione al Molise. Il tema del riordino delle Province e il problema delle Regione sono questioni separate, mentre io credo che bisognerebbe far iniziare tutto il processo da una riforma delle Regioni: e qui entrano in gioco tematiche che prevedono tre macro-regioni (come ebbe ad indicare già molti anni or sono la Fondazione Agnelli). Ecco perché, quando è stata presentata la petizione popolare, ho chiesto che su questa vicenda si esprimesse il Consiglio provinciale di Benevento coinvolgendo nella scelta la competente Commissione consiliare, che si è riunita 8 volte”. Il presidente ha quindi ricordato la farraginosità, la tortuosità e la lungaggine del percorso previsto dalla legge statale vigente per la indizione del referendum per il cambio di regione da parte di una Provincia: esame della Corte di cassazione, quindi delle Regioni interessate, quindi del Consiglio dei Ministri ed infine il Parlamento. Cimitile ha poi sottolineato il tema dei costi finanziari dell’operazione, a carico dell’Ente proponente. Infine il presidente ha ricordato che, secondo la legge, il referendum, per avere validità, deve vedere la partecipazione al voto dei due terzi degli aventi diritto, compresi gli italiani all’estero. Si è quindi sviluppato un forte dibattito. Sono venute alla luce, innanzitutto, alcune questioni procedurali e formali, sottolineate in particolare dai consiglieri Cosimo Izzo e Erminia Mazzoni, secondo i quali mancavano i requisiti perché la stessa convocazione e la stessa discussione fossero ritenuti validi: a chiedere il referendum, infatti, secondo lo Statuto della Provincia, devono essere 10mila cittadini, oppure 5 Consigli comunali, oppure 8 Consiglieri provinciali. Altro discorso, naturalmente è quello che tutti i cittadini possano esprimere liberamente il proprio parere su qualsivoglia questione. Izzo comunque si è dichiarato contrario personalmente alla istituzione del Molisannio. Posizione diversa è stata assunta dal consigliere Ricciardi: sebbene non convinto dalla opzione Molisannio, ma anzi ritenendo la nuova Provincia irpino-sannita con capoluogo Benevento delineata dal Governo Monti una grande opportunità di sviluppo, a suo giudizio è tuttavia necessario consentire lo svolgimento del referendum per la nuova Regione per garantire la necessaria partecipazione popolare ad una discussione tanto rilevante. Favorevoli, invece, al referendum e al Molisannio senza obiezioni i consiglieri Capocefalo, Cataudo e Rubano; più articolata la posizione di Capobianco, comunque a favore. Il presidente del Consiglio provinciale Maturo ha invece detto che, pur essendo stato in passato fautore del Molisannio, oggi tale opzione lo trovava perplesso, sia in ordine alla tortuosità e lunghezza dell’iter, sia rispetto al fatto che il capoluogo Benevento per questa nuova Provincia irpino-sannita può essere una opportunità di sviluppo per il nostro territorio. Decisamente contrario all’ozione della nuova Regione invece il consigliere Molinaro che ha avvertito che anche nel Molisannio la Provincia di Benevento comunque non avrebbe avuto i requisiti per restare in vita. Il consigliere Di Somma ha lamentato il fatto che, per una corretta discussione sull’argomento, mancava la quantificazione della spesa necessaria a sostenere il referendum a carico del Bilancio della Provincia, nonché l’approvazione della stessa da parte del Consiglio provinciale. Il consigliere Ricci, a nome del suo gruppo politico, ha detto, che pur apprezzando il lavoro svolto dal Comitato per il Molisannio, la questione referendaria non aveva in realtà senso pratico perché, quando ultimato il complesso iter di approvazione del referendum, la Provincia proponente non ci sarebbe stata più da un pezzo. A suo giudizio poi non si può in questo momento spaccare il Sannio mentre è necessaria la massima sua compattezza in sede parlamentare per sostenere Benevento capoluogo della nuova Provincia. Il consigliere Capasso, che si è detto favorevole ad una Regione delle Aree interne, comprendente l’Avellinese, il Sannio, il Molise e parte dell’Abruzzo, fondata sulla ricchezza dell’acqua, che già oggi viene distribuita da questo territorio per Napoli, Basilicata e Puglia, ha comunque auspicato che fossa data la possibilità ai cittadini di esprimersi. Nel dibattito è anche intervenuto in rappresentante del Comitato proponente il dott. Luigi Ruscello, il quale ha ricordato come la questione del Molisannio dovesse essere interpretata soprattutto come una risposta al “napolicentrismo”, vera piaga per le aree interne.