Nuova misura cautelare per tentato omicidio a carico del superkiller dei Casalesi Giuseppe Setola, gia’ detenuto e condannato, tra l’altro, per la strage di immigrati ghanesi a Castelvolturno del 18 settembre 2008. IL provvedimento riguarda anche altri tre affiliati alla fazione Bidognetti del clan.
Setola, ‘regista’ del tentativo dei bidognettiani di conquistare nuove posizioni sul territorio attraverso una esclation di agguati e atti intimidatori, e’ responsabile di tentato duplice omicidio e detenzione illegale di armi aggravati dal metodo mafioso; e’ infatti il mandante di un agguato programmato, ma mai realizzato, a due persone che si erano appropriate di denaro del clan frutto di estorsioni.
Prima di iniziare la breve, ma cruenta, stagione di terrore nel Casertano che costò 18 morti in sette mesi tra il maggio e il dicembre del 2008, Giuseppe Setola, allora reggente del clan Bidognetti nonostante fosse ai domiciliari a Pavia, aveva deciso di eliminare i due luogotenenti: Alessandro Cirillo, detto “ò sergente” e Giovanni Letizia ‘o’ zuopp”, che si riveleranno nei mesi successivi due tra i killer più fidati del suo gruppo di fuoco, autori tra l’altro della strage dei ghanesi a Castel Volturno. Lo rivela l’ultima indagine effettuata dai carabinieri di Casal di Principe e coordinata dal pm della Dda di Napoli Alessandro Milita, racchiusa nelle 16 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip partenopeo Vincenzo Alabiso nei confronti di Giuseppe Setola e degli altri componenti dell’ala stragista Massimo Alfiero, Metello di Bona e Davide Granato, tutti già detenuti. Il motivo dell’agguato a Cirillo e Letizia era di quelli che in un clan portano alla condanna a morte: i due infatti, a detta di Massimo Alfiero, si erano appropriati in qualità di capozona dei Casalesi sul litorale domizio dei soldi delle estorsioni raccolte dai commercianti senza versarli nella cassa del clan e dunque non pagando gli stipendi agli affiliati e alle famiglie dei detenuti. L’agguato, che doveva essere effettuato a Villa di Briano, fallì perché Cirillo e Letizia non si presentarono all’appuntamento inviando invece una donna. Proprio in seguito a tale episodio Setola decise di evadere dalla clinica di Pavia in cui era ricoverato per presunti problemi ad un occhio. Giunto nel Casertano, prese saldamente in mano le redini del clan Bidognetti riappacificandosi con i due “traditori”.