CESA – Il sasso lanciato dal sindaco di Cesa, Cesario Liguori, nello stagno del Consorzio idrico Terra di Lavoro sì è trasformato in un macigno. Infatti, come fa sapere il primo cittadino cesano, proprio nei giorni in cui vengono recapitate ai cittadini di Cesa le prime bollette, alcune delle quali chiaramente “sballate”,
il percorso critico innescato dal Comune di Cesa nei confronti del consorzio idrico continua. Infatti il tavolo di trattativa chiesto dal Comune di Cesa con la Regione, la società Acqua Campania ed il Consorzio idrico di Terra di lavoro si terrà, ma bisognerà attendere l’esito della procedura di risoluzione della concessione al Consorzio idrico da parte della Regione Campania delle reti dell’acquedotto provinciale. E’ quanto comunicato al Sindaco di Cesa dal Coordinatore dell’Assessorato all’Ecologia della Regione Campania il 12.11.12. Il tavolo di trattativa era stato chiesto dal Sindaco il 05/10/2012 allo scopo di affrontare le problematiche nate dal contratto che il Comune di Cesa aveva stipulato nel 2010 con il Consorzio idrico, che, per inadempienze del Consorzio, espone il Comune a cospicue responsabilità contabili e risulta oltremodo oneroso per i cittadini. La novità è che, successivamente a tale richiesta, la regione ha avviato la procedura di revoca della concessione al consorzio. Nel decreto regionale 1073 del 07.11.12, avente ad oggetto la revoca della concessione affidata al CITL, si legge, tra le altre cose:
a) che a seguito di sopralluoghi effettuati il 24/10/12 si riscontrava cattiva manutenzione degli impianti dati in concessione.
b) che la situazione debitoria per mancato pagamento delle tariffe idriche ammonta a € 99.716.934,64, nonostante la tariffa applicata nei confronti dei privati varia da € 0,4728 a € 1,1031 al mc e risulta molto superiore alla tariffa di € 0,182106 che il Consorzio paga alla Regione.
c) che il mancato pagamento espone al rischio di interruzione della fornitura idrica a danno delle popolazioni residenti in provincia di Caserta.
d) che risulta violato l’art.9 della convenzione che obbligava il Consorzio a fornire l’acqua solo ai Comuni che gli avessero trasferito la gestione delle reti interne, con il risultato assurdo che comuni che hanno la fornitura da parte del consorzio pagano l’acqua a 0,345 € al mc invece che il prezzo di 0,182106 € dovuto alla regione.
e) che si è accumulato un enorme debito relativamente alla corresponsione alla regione Campania delle tariffe di depurazione e collettamento di acque reflue relative agli impianti di Marcianise, Acerra e Foce dei regi lagni che la regione ha in gestione.
“Per tali motivi – osserva il sindaco Liguori – la Regione si riserva di assumere entro venti giorni, a seguito delle controdeduzioni del Consorzio, la decisione definitiva. Questo è il motivo per cui il tavolo di trattativa è stato rinviato. In sostanza la revoca della gestione della rete idrica provinciale extracomunale svuoterebbe il Consorzio delle funzioni per cui è nato e quindi aprirebbe la strada alla revoca da parte dei Comuni della gestione delle reti interne e quindi dei contratti relativi alla riscossione dei canoni al prezzo stabilito dal Consorzio. Si apre una fase delicata – conclude Liguori – che in ogni caso porterà ad affrontare obblighi, compiti e responsabilità acquisite fino ad oggi in merito alla situazione debitoria”.
E anche grazie alla presa di posizione del primo cittadino di Cesa, la Regione Campania ha pigiato sull’acceleratore e ha avviato l’iter per lo scioglimento del CITL. Un merito non da poco, considerata l’inutilità di un carrozzone che nel corso degli anni ha prodotto solo debiti e un pessimo servizio ai cittadini.
Mario De Michele