Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, accelera verso l’obiettivo di difendere il territorio contro i disastri climatici, che stanno piegando l’Italia. Nei prossimi giorni presenterà al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) un piano nazionale contro il dissesto idrogeologico per chiedere risorse mirate per la difesa e la manutenzione del territorio.

Un piano che conterrà anche misure tecniche, come il divieto di usare aree ‘vulnerabili’ per l’espansione delle città e degli insediamenti produttivi. Il pressing è già partito anche verso Bruxelles affinché l’Unione Europea svincoli dal patto di Stabilità i Comuni virtuosi: “E’ francamente assurdo che Comuni in avanzo di cassa e con risorse a disposizione non riescano a spendere questi soldi per fare prevenzione – ha detto Clini, oggi in visita al salone Eicma a Fieramilano – Abbiamo aperto la discussione con la Commissione europea e mi auguro che risponda rapidamente”. Il piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del territorio italiano, peraltro richiesto dalla stessa Unione europea, conterrà “misure che nascono dall’esperienza e dal buon senso – ha spiegato Clini – Ci sono territori che sono diventati vulnerabili e vanno protetti, perciò la prima cosa è che non possano essere utilizzati per progetti di espansione urbanistica e di insediamenti produttivi”. “Molte zone del Paese sono state usate intensivamente – ha aggiunto – e bisognerà rivedere questo uso, promuovere programmi di delocalizzazione. Come avviene dovunque in Europa si affronti questo tema”. Secondo il ministro, “la variazione climatica ha messo in evidenza rischi che prima non emergevano perché il regime di pioggia era diverso”. Il piano, ha spiegato Clini, contiene anche “l’indicazione delle politiche e delle misure strutturali e infrastrutturali che dovrebbero servire a prevenire i danni, ma anche a fare in modo che la manutenzione del territorio diventi una risorsa e una opportunità di cresciuta economica”. Il ministro spinge anche per inserire il Fondo nazionale per la messa in sicurezza del territorio nella Legge di stabilità perché “avere 1-1,5 miliardi ogni anno per 15 anni sarebbe un grande risultato”.

 

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