“Interessati e pronti al dialogo” con l’area Montezemolo-Riccardi, puntando “a costruire un’alleanza con una grande area dei moderati. Con Casini o senza. Anche se io spero sempre di sì “. Così, in una intervista a Repubblica, il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, che sottolinea come oggi il campo dei progressisti non sia più “l’Unione, che non esiste più. Abbiamo sbarcato Di Pietro, Ferrero, Mastella e il resto della vecchia compagnia.
Il cuore oggi è ridotto a due, Pd e Sel” che si apre alle alleanze con i moderati. Ma il rapporto con il nuovo centro non è “sostitutivo”, assicura, a quello con l’Udc: “Non so se Casini deciderà o meno di far parte di questo progetto. Spero di sì. Abbiamo sempre lavorato in questa direzione, anche in Sicilia. Ma non possiamo mica obbligarlo”. Il punto di distanza con il nuovo progetto di Montezemolo è però sul futuro ruolo di Monti: “Quanto può valere – dice Franscechini – una lista a lui intestata? Il 5, 10, anche il 15%? Ma Monti è una risorsa di tutto il Paese” e si possono pensare “tanti ruoli istituzionali” ma “come in tutti i grandi Paesi europei è il leader del partito più forte a dover guidare il Paese senza tirare per la giacca nessuno e senza stravaganti alchimie” .