Non si fermano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, che hanno fatto finora 95 morti tra i palestinesi. Al Cairo, pero’, la trattativa per far tacere le armi e scongiurare un’offensiva di terra di Israele sembra prossima a una svolta: il premier egiziano, Hisham Kandil, si e’ detto fiducioso che si possa “arrivare presto a qualcosa che fermi la violenza” e una fonte palestinese ha confermato che il negoziato e’ entrato “in una fase importante”.
Intanto, le due principali fazioni palestinesi, Fatah e Hamas, sostengono di essersi accordate per tenere una linea comune sul conflitto, superando anni di rivalita’ tra i vertici di Ramallah e quelli di Gaza. Dopo una notte di relativa calma nel sud di Israele, decine di razzi sono stati lanciati di nuovo verso il Negev ed uno e’ esploso vicino una scuola ad Askhelon. Nella notte e per tutta la mattinata Israele ha continuato a bombardare i ‘siti del terrore’ (postazioni per il lancio dei razzi, tunnel e campi di addestramento). Intanto al Cairo, si lavora alla tregua. Sul tavolo del negoziato, che si svolge sotto la mediazione del presidente egiziano, Mohamed Morsi, ci sono le richieste dei due contenenti. Secondo la stampa israeliana, il governo di Benjamin Netanyahu sta cercando di raggiungere un accordo di lungo raggio; Hamas vuole invece la fine degli omicidi mirati e l’allentamento del blocco navale su Gaza. Israele, che secondo la stampa locale ha elencato sei condizioni, punta tra l’altro a una tregua di 15 anni, allo stop del lancio dei missili, all’interruzione del contrabbando di armi e degli attacchi ai soldati di frontiera; e secondo fonti palestinesi dal Cairo, ha minacciato che se non avra’ risposte nel giro di 48-72 ore, lancera’ l’offensiva di terra, accompagnata da raid aerei e navali fino a che il regime di Hamas sara’ rovesciato. In parallelo, si muove la diplomazia internazionale: da Doha, in Qatar -l’emirato che, insieme alla Turchia, sta svolgendo un ruolo di primo piano nel negoziato- il premier Mario Monti si e’ detto “estremamente preoccupato per l’escalation di violenza”; e anche il presidente Giorgio Napoliyano, ha esortato a “evitare il peggio”. Per il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, una tregua potrebbe arrivare “nelle prossime ore”, anche perche’ Israele non ha alcuna fretta di imbarcarsi in un’offensiva di terra. Tuttavia gli israeliani chiedono garanzie sullo stop al lancio di razzi.