Sette arresti, di cui tre in carcere, e sequestro di prodotti finiti: esplode l’inchiesta della Procura di Taranto sull’Ilva. Le accuse sono corruzione e associazione a delinquere. Tra le persone arrestate vi sono il vicepresidente del Gruppo, Fabio Riva, l’ex direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, l’ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archina’, e l’ex consulente della procura di Taranto Lorenzo Liberti, gia’ preside della Facolta’ di Ingegneria a Taranto. Proprio Liberti, secondo la tesi dell’accusa, sarebbe il destinatario di una ‘mazzetta’ di 10mila euro che Archina’ gli avrebbe consegnato nel marzo 2010 in una stazione di servizio lungo l’autostrada Taranto-Bari.

I soldi dovevano servire, sempre secondo l’accusa, ad attenuare la perizia che Liberti, assieme ad altri esperti, stava conducendo su incarico della Procura di Taranto relativamente all’impatto dell’inquinamento da diossina sulle condizioni di vita e salute della popolazione tarantina. L’Ilva ha sempre smentito che si trattava di una tangente a Liberti ma ha affermato che quei soldi Archina’ avrebbe dovuto versarli come donazione alla Diocesi di Taranto. Tra i provvedimenti adottati oggi c’e’ anche il sequestro delle merci finite, in partenza dal porto di Taranto, prodotte dall’Ilva. La misura sarebbe stata adottata perche’ Ilva avrebbe violato le prescrizioni del sequestro adottato dall’Autorita’ Giudiziaria, nel luglio scorso, sugli impianti dell’area a caldo. Sequestro che non prevede la facolta’ d’uso a fini produttivi degli impianti del siderurgico.

I militari della Guardia di Finanza hanno sequestrato anche tutto il prodotto finito giacente sulle banchine del porto di Taranto utilizzate dall’Ilva. Si tratta di un sequestro preventivo chiesto e ottenuto dalla Procura della Repubblica della citta’ pugliese; in questo modo la merce non potra’ essere commercializzata.

Sono in tutto sette i destinatari di provvedimenti eseguiti oggi di restrizione della liberta’ personale per le inchieste sull’Ilva. Cinque le misure di detenzione disposte dal gip Patrizia Todisco e due nell’ordinanza del gip Vilma Gilli. Tra gli arrestati per disposizione del gip Todisco figura il patron Emilio Riva, 86 anni, che e’ gia’ agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso. Per lui, l’arresto e’ ai domiciliari e non potrebbe essere altrimenti anche a causa della sua eta’. La detenzione in carcere e’ stata disposta dallo stesso gip per il vicepresidente di Riva Group Fabio Riva, l’ex direttore dell’Ilva di Taranto Luigi Capogrosso e l’ex dirigente Ilva Girolamo Archina’. Ai domiciliari l’ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti. Per la parteIlva, il gip Todisco ha respinto al richiesta formulata dalla procura di ulteriore arresto per l’ex presidente di Ilva Nicola Riva, anch’egli gia’ ai domiciliari dal 26 luglio scorso. Dal gip Vilma Gilli ai domiciliari e’ stato posto oggi l’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto Michele Conserva, dimessosi circa due mesi fa dall’incarico quando si seppe che poteva figurare tra gli indagati della inchiesta sull’Ilvacollaterale a quella per disastro ambientale. Ai domiciliari per disposizione del gip Gilli anche l’ing.Carmelo Delli Santi, rappresentante della Promed Engineering. Conserva e Delli Santi sono entrambi accusati di concussione. Sono indagati anche l’attuale presidente Bruno Ferrante e l’attuale direttore tecnico dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Adolfo Buffo.

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