NAPOLI – Arriva in queste ore piovose il sì della commissione Bilancio alla proposta congiunta di legge quadro per lo sviluppo ed il sostegno della cooperazione in Campania.  Non nasconde la sua soddisfazione Carlo Mitra, commissario Confcooperative Campania e vice presidente vicario nazionale: “Continua il percorso che ci condurrà verso una legge quadro a tutela della cooperazione campana.

Esprimo contentezza per l’impegno che l’on. Pietro Foglia e l’on. Paolo Romano, insieme agli altri firmatari, hanno profuso per questa causa. Auspichiamo che il testo giunga presto all’attenzione del Consiglio, facendo tesoro del contributo di tutte le forze politiche che con sinergia hanno lavorato fino ad oggi in commissione, e che possa così concludersi l’iter legislativo”.

 

 

UN FLASH SUL TEMA

La cooperazione in Campania conta più di 9.000 imprese che rappresentano l’11% dell’imprenditoria regionale. Un sistema con oltre 80.000 occupati, di cui le donne sono il 41%”. Nei mesi scorsi sono state presentate alla III Commissione consiliare della Regione Campania due proposte di legge: una a firma di Pietro Foglia e Paolo Romano e l’altra di Donato Pica, Giuseppe Russo, Antonio Marciano e altri.

Nelle scorse settimane si è giunti ad una unificazione dei testi, e la bozza licenziata è stata approvata in Commissione all’unanimità.

Il 6 novembre scorso l’Alleanza delle cooperative italiane della Campania, (formata da Agci Campania, Confcooperative Campania e Legacoop Campania) ha incontrato al Centro Congressi Tiempo di Napoli i vertici della Regione Campania nel corso del convegno ‘La cooperazione campana per la crescita e il lavoro’ per discutere il ruolo socio-economico della cooperazione regionale e per presentare ufficialmente la proposta di legge quadro sulla cooperazione. Il testo attendeva il placet della commissione bilancio per volare in aula. Oggi quel passo sembra meno distante.

La conclusione dell’iter legislativo in tempi brevi restituirebbe dignità ad una forza economica significante. In caso contrario, la cooperazione rischierebbe di sparire del tutto dagli orizzonti della Regione, dal momento che, a suo tempo, la Giunta Bassolino ne cancellò il valore dallo Statuto regionale, in opposizione a quanto stabilisce l’art 45 della Costituzione.

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