Chi pensava che il Napoli fosse venuto a Manchester per la sua prima uscita in Champions League, dopo 21 anni di assenza, per immolarsi e fare la figura della pecora davanti al lupo, aveva fatto male i suoi calcoli. La squadra di Mazzarri esce dall’Etihad Stadium con un pareggio importante, forse fondamentale per i suoi destini futuri in questo girone di Champions. Un 1-1 sofferto, agguantato con coraggio, al termine di una partita dura e difficile, tatticamente ben giocata dai partenopei che, a dispetto dei pronostici, escono dal terreno di gioco di Manchester rafforzati nell’autostima, oltre che nella classifica. Sembrava alla vigilia che la partita fosse segnata, che il Napoli dovesse e potesse solo fare un po’ di esperienza utile per il futuro. D’altronde lo si era detto prima ancora di cominciare che sarebbe stata dura: non a caso quello del Napoli era stato definito il girone della morte ed indicato da tutti come il piu’ difficile dell’intera prima fase a gironi della Champions. Mazzarri, poi, lo aveva un po’ provocatoriamente, fatto notare nei giorni scorsi: il valore di una squadra di misura dal monte ingaggi della sua rosa. E tra il Manchester City ed il Napoli non ci sarebbe dovuta essere partita. Ed invece gli azzurri – sostenuti a Manchester dal tifo coraggioso ed appassionato di oltre tremila tifosi, giunti in Inghilterra per la gran maggioranza da Napoli, ma anche da diverse altre localita’ d’Europa – lottano con tutte le loro forze, e frenano in casa loro i Citizens, un complesso di grandi giocatori, assemblati da Roberto Mancini. Gli inglesi esercitano complessivamente un discreto predominio di gioco, ma il Napoli regge bene e le offensive dei padroni di casa non riescono quasi mai ad incidere in maniera concreta. Mazzarri non aveva altra scelta che quella di puntare tutto sulla velocita’ dei contropiedisti azzurri ed il comportamento dei tre tenori, Cavani, Lavezzi ed Hasmik, ripaga il tecnico che riponeva in loro la maggior parte delle speranze di uscire indenne dall’Etihad Stadium. E poi ci sono il centrocampo e la difesa che riescono a contenere l’urto dell’attacco inglese: un attacco atomico, con Dzeko, Tevez ed Aguero schierati tutti e tre contemporaneamente da Mancini (Balotelli era in tribuna per squalifica). Nei primi dieci minuti della partita il Napoli e’ afflitto dalla sindrome del debutto. Gli azzurri sembrano avere le gambe pesanti e le idee annebbiate. Il City attacca a tutto spiano e, pur non riuscendo a creare clamorose occasioni da gol, mette a dura prova la resistenza della retroguardia partenopea. Nel frangente Campagnaro, Aronica e Cannavaro, sia pure quest’ultimo con qualche affanno a causa della straripante fisicita’ di Dzeko, tengono in piedi la squadra. Un paio di incursioni di Lavezzi con qualche spunto di pericolosita’ hanno pero’ l’effetto di svegliare la squadra da quel suo pericoloso torpore. Nella fase centrale del primo tempo il Napoli tiene decisamente botta, risponde colpo su colpo e fa anche tremare i Citizens al 17′ proprio con Lavezzi che colpisce la traversa con una splendida conclusione a giro. Nella fase finale della prima frazione di gioco, il Manchester City riprende il sopravvento e pareggia, con un colpo di Yaya’ Toure’ che si infrange sulla traversa, il conto dei legni colpiti. Nel secondo tempo il Napoli perde dopo una decina di minuti Lavezzi che zoppica ed e’ costretto ad uscire, ma conquista spazio e per un buon periodo tiene il City schiacciato nella propria meta’ campo. In questa fase si distinguono per una notevole intensita’ di gioco Inler e Gargano, aiutati anche da Dzemaili che ha preso il posto del Pocho Lavezzi e che da’ spesso man forte ai compagni di reparto. Al 24′ il gol del vantaggio (contropiede lanciato da Hamsik che innesca Maggio, palla in profondita’ per Cavani bravo a realizzare con un rasoterra tra le gambe del portiere) non giunge inaspettato, perche’ arriva al culmine di un netto predominio di gioco degli azzurri. La reazione dei padroni di casa non si fa attendere, tuttavia sfocia nel pareggio per un fatto casuale, una punizione calciata alla sua maniera dall’ex laziale Kolarov. A quel punto manca un quarto d’ora del termine della partita e c’e’ tanto da soffrire. Ma questo Napoli europeo e’ conscio della propria forza, non e’ un’entita’ astratta. I partenopei si fanno forza a vicenda, non solo non tremano ma appena possono fanno la faccia cattiva e nel finale con Pandev mettono paura ancora ai padroni di casa. Poi il fischio finale ed una consapevolezza: questo Napoli e’ diventato davvero una forza anche in Europa.