Ammette la “vittoria netta” di Bersani e chiarisce senza mezzi termini: “io ho perso”. Matteo Renzi parla ai suoi militanti, a Firenze, e lo fa riconoscendo errori, che si attribuisce, e meriti dell’avversario. Il rammarico e’ quello di “non essere riuscito a raccontare” la sua proposta di rinnovamento fino in fondo: “non siamo riusciti a incrociare un numero sufficiente di italiani da portare ai gazebo”. Nessun accenno alle regole, questa volta.

Quella di Bersani “e’ una vittoria netta” e nessuna polemica “puo’ metterla in discussione”. Renzi si rivolge in piu’ passaggi direttamente ai suoi uomini, facendo autocritica. “Non sono riuscito a scrollarmi di dosso, fuori della Toscana, l’immagine del ragazzetto ambizioso”, dice, arrivando a chiedere scusa per i suoi errori: “io ho sbagliato, c’e’ uno che ha perso, voi andate a casa orgogliosi di quello che siete riusciti a fare in questi tre mesi”. Il sindaco di Firenze insiste su un concetto chiave: il suo intento non era quello di partecipare, ma quello di vincere le primarie. “La nostra ambizione non era la scommessa di un ragazzetto”, scandisce. E, ancora, “non eravamo qui per fare una battaglia di testimonianza”. L’obiettivo era un altro. “Volevamo prendere il governo del paese, non ci siamo riusciti”, ammette ancora una volta. Poi, archiviata l’analisi del risultato, Renzi guarda avanti. Si rivolge a Bersani, il segretario del suo partito, che ora “deve andare a parlare all’Italia che e’ rimasta fuori dai gazebo”. A tutti quelli che, dentro e fuori del centrosinistra, dovra’ portare dalla sua parte alle elezioni. Lui, Renzi, si mette a disposizione. Anche in caso di accordo tra il Pd e Casini. “Avessimo vinto noi, non avremmo fatto l’accordo con Casini, ma se Bersani vorra’ fare un accordo con Casini, io saro’ leale con gli schieramenti che fara’ il segretario che ha vinto”, chiarisce, mostrandosi conciliante anche su tema, quello delle alleanze, che piu’ lo ha diviso durante la corsa per le primarie dal segretario del Pd. E al confronto, a tratti anche aspro soprattutto sul terreno delle regole, il sindaco di Firenze fa riferimento per spiegare il senso della svolta che il risultato delle primarie comporta. “E’ stata una partita bellissima, ma qui finisce. Torno a fare il militante del Pd”. E anche il sindaco: ”domattina saro’ a Palazzo Vecchio”. Alla fine, chiudendo il suo intervento, un ultimo pensiero per la sua platea. “Smaltita la delusione, si riprenda il cammino. Dalla nostra abbiamo tre cose: l’entusiasmo, il tempo e la liberta’. Ho ricevuto molto piu’ di quel che ho dato, ne e’ valsa la pena”.

 

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