Soddisfatto “per un risultato inaspettato nelle proporzione”, ringrazia Renzi “per la sua presenza forte e fresca”, e lancia la sfida: ora “dobbiamo vincere con la verita’, per governare”. Pier Luigi Bersani, che ha appena vinto la corsa per le primarie del centrosinistra (ha ottunuto oltre il 60% contro il 39 di Renzi), parla a Roma, al cinema Capranica. Le sue sono le parole di chi guarda a Palazzo Chigi come sbocco ‘naturale’ del successo di oggi. E, in estrema sintesi, profilano un programma di governo.

In due punti fondamentali: “da domani devo fare due cose: primo riuscire a dare un forte profilo di governo e di cambiamento al centrosinistra. La seconda: devo predisporre il percorso e gli spazi per dare occasione alla nuova generazione”. Bersani vuole che il messaggio sia chiaro e lo evidenzia con forza. “Sono le due cose che devo fare e le faro'”, assicura. Il leader del Pd guarda gia’ alla prossima sfida. Che, dice, “non sara’ semplice”, perche’ “avremo avversari, gente da convincere, e gente che non ci vuole”, ricorda alla sua platea di militanti. Per questo, anche per la diffidenza che ancora arriva dall’esperienza fallita dell’Unione, il Pd e il centrosinistra devono fare di piu’. “Dobbiamo alzare noi l’asticella per la prossima battaglia: dobbiamo vincere ma non a qualsiasi prezzo e non raccontando favole perche’ poi non si governa”, scandisce. Bersani parla con chiarezza e vuole essere piu’ incisivo possibile. E, per farlo, non rinuncia al suo linguaggio abituale. “Fatemela dire in bersanese”, dice fra gli applausi: “siccome in questo Paese la mamma del populismo e della demagogia e’ sempre incinta, dobbiamo vincere senza raccontare favole”, ribadisce. Non ci sono promesse da fare, serve soprattutto realismo. “Non sara’ semplice, ma il Paese ha bisogno di questo”, insiste ancora Bersani, tenendo in primo piano soprattutto la situazione economica e sociale. “Non possiamo ignorare che siamo davanti alla piu’ grande crisi dal dopoguerra, abbiamo probleomi enormi da affrontare”. E il primo dei problemi, drammatico, “e’ quello del lavoro”. Nell’intervento di Bersani c’e’ spazio per un ringraziamento al suo principale avversario, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che saluta con un applauso. “Voglio riconoscergli una presenza forte, fresca”, in queste primarie. Allo stesso modo, “un saluto particolarissimo” va a Nichi Vendola, che lo ha invitato a far sentire profumo di sinistra. “Se non mi sentissi addosso quel profumo non riconoscerei il mio odorato, ma capisco quel che vuol dire”, dice, dopo aver ringraziato anche gli altri candidati alle primarie del centrosinistra. Primarie che, ricorda, ha “voluto testardamente” e che rappresentano “un insegnamento”, perche’ “un grande schieramento progressista e un grande partito popolare deve sempre aver fiducia nella sua gente”. La gente, il popolo. Bersani insiste sul noi, volendo mettere da parte l’io. “Non c’e’ un uomo solo al comando, si governa con il popolo”, scandisce tra gli applausi. Che diventano quasi un’ovazione quando si lascia andare: “mettiamoci un po’ di allegria e di serenita’, non bisogna intimorsi, bisogna essere, tranquilli, forti e decisi”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui