Tre ergastoli per gli esecutori dell’omicidio di Domenico Noviello, l’imprenditore titolare di un’autoscuola a Castelvolturno, nel Casertano, ucciso dall’ala stragista del clan dei Casalesi, capeggiata da Giuseppe Setola, il 16 maggio del 2008. Il gup Isabella Iaselli del tribunale di Napoli, questa mattina, ha condannato al carcere a vita tre esponenti di spicco del clan: Massimo Alfiero, Giovanni Bertolucci e Davide Granato e ha concesso il risarcimento dei danni di 50 mila euro, in via provvisionale, ai quattro figli, alla ex moglie e alla compagna di Noviello.

L’imprenditore, nel 2001, denuncio’ alle forze dell’ordine un tentativo di estorsione ai suoi danni da parte della camorra e per questo, quando Setola riusci’ a evadere dai domiciliari a Pavia, nell’aprile del 2008, il clan si vendico’. Venne ucciso mentre si recava a lavoro, come ogni mattina. Gli altri imputati nel procedimento sulla morte di Noviello, sono a giudizio presso la corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Tra di loro ci sono il killer Giuseppe Setola e il suo braccio destro, Alessandro Cirillo detto O’sergente. La sentenza ha anche riconosciuto il risarcimento dei danni al Ministero dell’Interno, pari a due milioni di euro, che si era costituito parte civile nel processo. Risarcimento di 300 mila euro a ciascuna delle varie associazioni che si erano costitute parte civile, tra cui il Comitato Don Diana, la Fai e il coordinamento napoletano Antiracket.

Il Presidente nazionale della Federazione Nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane Tano Grasso, commenta la sentenza: “E’ una significativa sentenza di condanna. L’autorità giudiziaria napoletana ha dato una importante risposta di giustizia a quanti sono stati colpiti dall’omicidio di Domenico Noviello. A distanza di oltre quattro anni, il suo sacrificio alimenta l’esperienza dell’associazione antiracket e a differenza di quegli anni oggi gli imprenditori hanno un significativo strumento di autorganizzazione e autotutela. Nessuno sarà più solo né isolato”.

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