Diventa sempre più concreta l’ipotesi di un’election day il 10 marzo con le elezioni della Lombardia e magari del Molise insieme alle politiche. E’ quanto si apprende da ambienti della maggioranza che si sono incontrati oggi con Napolitano.

Ma le stesse fonti precisano che il Capo dello Stato vorrebbe che le Camere lavorassero ancora a provvedimenti considerati importanti come il decreto Ilva, quello sulle province, la delega fiscale e anche la legge elettorale. Napolitano sarebbe tornato a parlare della necessità di riformare il ‘Porcellum’, ma senza insistere troppo perché Pd e Pdl gli avrebbero fatto presente che o si arriva ad un accordo a prova di bomba oppure sarebbe stato controproducente insistere sul tema. La delegazione del Pd avrebbe sostenuto che mettere troppa carne al fuoco con il Pdl, che di fatto “ha cominciato la campagna elettorale”, potrebbe rivelarsi dannoso per il governo, per il rischio di continui ostacoli in Parlamento, e indebolire l’immagine di Monti. In più, il partito di Bersani sarebbe stato chiaro su un punto: non c’é nessuna intenzione di lasciare la campagna elettorale solo nelle mani dei pidiellini. Su tutti i provvedimenti, cioé, i Democratici sarebbero pronti a far sentire la propria voce qualora dovessero nutrire delle perplessità. Così, alla fine, sia dal fronte Pd, sia da quello del Pdl sarebbe emerso un invito a chiudere in fretta, “il prima possibile”. Alcuni hanno proposto anche “entro dicembre”. L’ipotesi più probabile, però, allo stato, è che le Camere si sciolgano a metà gennaio per andare a votare il 10 marzo. Nel frattempo, secondo quanto si apprende, si starebbe valutando anche l’ipotesi di un intervento di Monti alle Camere per tentare di rasserenare un po’ il clima, per riportare tutto sui giusti binari.

 

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