CASERTA – Si è conclusa dopo 4 giorni di proiezioni la seconda edizione di Intima Lente, Festival di Etnografia Visuale, svoltosi a Caserta, presso la sala convegni del Chiostro di Sant’Agostino. Molti gli ospiti provenienti da diversi paesi europei ed extraeuropei, che hanno seguito l’intera manifestazione con grande interesse. I film – ricordiamo che ne sono stati proiettati 72, raccolti sotto le tre grandi sezioni di Film Etnografici, Video Arte e Racconti Fotografici, hanno rappresentato i cinque continenti.

Particolare interesse hanno suscitato i tre focus su India, Iran e Sud Africa, insieme a quelli dedicati alle tematiche giovanili come hip hop e parkour. I premi sono stati assegnati a My Kosher Shift, di Iris Zaki, UK, 2011, per i Film Etnografici; Alone, di Mald’è, Italia, 2003, per la Video Arte e Reunion, di Chriss Aghana Nwobu, Nigeria, 2010. Menzioni speciali per Memory of my Face, dell’americano Robert Lemelson, Sinfonia do Mercado, delle colombiane Jimena Prieto Sarmiento ed Helena Salguero Velez, Non siamo scarti, di Stefano de Felici, Zurkhaneh, una produzione canadese dell’italiano Federico Spinetti e Cyanosis, dell’iraniana Rokhsareh Ghaemmaghami. Attento e competente il pubblico presente in sala, accanto al quale si segnalano i numerosi accessi alle piattaforme web CNON.TV e NewIntelligentsia che hanno provveduto alla distribuzione on demand di una selezione dei film presentati durante il festival.

 

 

FILM ETNOGRAFICI

My Kosher Shift, di Iris Zaki, UK, 2011

Per l’innovativa prospettiva, l’ironia/autoironia leggera e pregnante nella descrizione della sua esperienza come receptionist allo Chasidic Jewish hotel, in North London. Il film evidenzia  lo scarto tra la visione del mondo di un’ebrea laica e quella di ebrei ortodossi conducendo lo spettatore su di un piano di inaspettata intimità, condiviso dalla regista e dagli ospiti. L’uso della camera fissa anziché creare distanza finisce per essere uno strumento di intima comunicazione.

 

Menzioni speciali:

Memory of my face, di Robert Lemelson, USA, 2011 – DER Productions.

Per la sensibilità nel descrivere una tematica non facile come il disagio mentale, attraverso l’uso non invasivo della telecamera

Sinfonia do Mercado, di Jimena Prieto Sarmiento ed Helena Salguero Velez, Colombia, 2011. Estremamente gustoso nella combinazione tra suoni e musica, che accompagnano il respiro del mercato, oggetto della rilevazione.

 

Non siamo scarti, di Stefano De Felici, Italia, 2010

Per aver trattato un argomento troppo spesso ridotto a fredde statistiche privilegiando il vissuto dei personaggi (over 40 che hanno perso il lavoro e non più ricollocabili secondo i canoni e le logiche del mercato).

Zurkhaneh – The House of Strength Music and Martial Arts of Iran, di Federico Spinetti, Canada/USA, 2010 – Lab 80

Per l’esaustività della ricerca e per aver presentato un aspetto dell’Iran fino ad ora non indagato sufficientemente.

 

Cyanosis, di Rokhsareh Ghaemmaghami, Iran, 2008

Per il linguaggio innovativo tra animazione e documentario, come nuova frontiera delle etnografie visuali.

 

 

 

VIDEO ARTE

 

Alone, di Mald’è, Italia, 2003

Per la ricerca visiva che riesce a rappresentare appieno la dimensione della memoria, del viaggio e della solitudine attraverso l’attento uso della fotografia.

 

RACCONTI FOTOGRAFICI

Reunion, di Chriss Aghana Nwobu, Nigeria, 2010

Ottimo esempio di come l’Africa possa interpretare se stessa in modo da far si che preconcetti e false proiezioni di un Occidente ricco e male informato possano essere abbandonati.

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