POMPEI – La visita del ministro Fabrizio Barca agli Scavi di Pompei (Napoli) coincide con l’ufficializzazione del via imminente ai primi due interventi destinati a rilanciare le cinque Domus e al decreto (firmato insieme con i colleghi Ornaghi, Passera e Cancellieri) che fa diventare operativo lo Steering Committee, l’organismo deputato ad accompagnare e verificare l’attuazione del piano di interventi per il rilancio dell’area archeologica.

In fondo il titolare del dicastero per la Coesione territoriale, accolto da una bella giornata di sole, l’aveva detto: “Sarà la luce che ci illuminerà per il rilancio dell’area”. Una luce che ha accompagnato la sua breve passeggiata all’interno degli Scavi alla scoperta “di un’area che non è l’obbrobrio che tutti descrivono” ma anche di alcune delle ferite più importanti di cui sono rimaste vittima gli scavi, come quelle che hanno prodotto la chiusura della zona delle “Pareti rosse” (una delle prime che verrà sistemata a partire da gennaio nell’ambito del grande progetto di Pompei che prevede interventi di restauro per quasi 6 milioni di euro) e della casa dei dioscuri. Ma è negli incontri con gli attori istituzionali presenti sul territorio che Fabrizio Barca ha scoperto una realtà che non solo non vuole arrendersi, ma che è pronta a rilanciare con interventi mirati che guardino anche all’esterno degli scavi, a tutto quello che ruota attorno a uno dei siti più visitati d’Italia (quasi due milioni di turisti l’anno) per un territorio che però continua a faticare a trattenere una buona fetta di questi visitatori. Per questo nell’incontro con il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e con i rappresentanti dell’Unione degli industriali di Napoli, guidati dal presidente Paolo Graziano, si è parlato soprattutto dell’extra moenia, di una serie di idee-progetto per ampliare l’offerta rivolta ai turisti fuori dagli scavi. Lo stesso ministro ha invitato a “individuare due-tre punti più interessanti” e partecipare al bando internazionale di idee che punta a dare nuovo slancio a Pompei. Il commento di Caldoro è stato affidato ad un tweet: “A Pompei con Barca, amministratori e industriali. Per rilanciare ‘modello’. Ci sono condizioni per reale crescita, per imprese e occupazione”. Nell’imminenza dell’apertura dei cantieri, intanto, diventa operativo – grazie ad un decreto firmato ieri da Barca, Ornaghi, Passera e Cancellieri- ad un anno dall’annuncio del suo varo lo Steering Committee, ovvero il comitato guida pensato per accompagnare il piano di rilancio, coordinando e vigilando su tempi e modalità delle operazioni. Composto da sette persone rappresentanti dei diversi ministeri e della Comunità Europea, il comitato sarà presieduto da Giampiero Marchesi, funzionario dello Sviluppo economico che ha alle spalle anche una lunga esperienza ai beni culturali. Sarà quest’organismo a fare da collante tra governo e comunità locale per vigilare sull’attuazione del grande progetto Pompei. In mattinata Barca aveva confermato la partenza “entro il prossimo mese di gennaio” dei primi due cantieri del progetto Pompei: “dimostreranno come l’Italia non è stata grande solo più di duemila anni fa ma lo è anche adesso”. “Con gli interventi in programma – assicura Barca – entro il 2015 si potranno vedere cose non accessibili al pubblico ma soprattutto si realizzeranno opere di riqualificazione eliminando i problemi alla radice, come nel caso delle infiltrazioni d’acqua che minano la solidità delle mura”.

 

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