AVERSA – Pomeriggio movimentato quello trascorso martedì ad Aversa dall’ex Ministro della salute Renato Balduzzi, giunto nella città normanna per prendere parte al convegno sulle emergenze ambientali, organizzato dal Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) presso la facoltà di Ingegneria aversana, e soprattutto per presentare, presso il comune lo studio sulla “Situazione epidemiologica della Regione Campania e in particolare delle province di Napoli e Caserta con riferimento all’incidenza della mortalità per malattie oncologiche”.


Tensione palpabile fin dall’arrivo al comune di Aversa dove, oltre ai giornalisti convocati per la conferenza stampa di presentazione dello studio,  Balduzzi, ha incassato la vibrante contestazione dei diversi gruppi di associazioni, e movimenti memori e indignati dalle parole dell’ex ministro che qualche mese fa affermò che le alte percentuali dei tumori che affliggono il territorio campano sono da ricondurre ai cattivi stili di vita della popolazione.

Proteste proseguite in maniera più accesa, dopo la conferenza stampa, quando i manifestanti hanno inseguito e scalciato contro l’auto che ha poi accompagnato Balduzzi all’appuntamento col Meic dove, alcuni dei manifestanti si sono ritrovati innescando momenti di fibrillazione anche all’apertura del convegno che, dopo i saluti del preside della facoltà di Ingegneria Michele Di Natale e l’introduzione di Rosaria Capone, organizzatrice dell’incontro, ha visto una sorta di replica di quanto dichiarato dall’ex Ministro in conferenza stampa e che ha mandato fuori giri gran parte dei cittadini esasperati che abitano in questo territorio, ribattezzato ormai terra dei veleni.

“Ad oggi dagli studi non risulta un nesso causale accertato fra lo smaltimento dei rifiuti e la ripercussione sulla salute, ma potenziali implicazioni sulla salute non possono essere esclusi”.

Queste le parole riportate nello studio che hanno provocato la febbrile contestazione dei manifestanti, e alle quali Balduzzi ha cercato di porre rimedio precisando che in realtà i dati dello studio devono essere interpretati come una base per un percorso di indagine più approfondito volto a fare luce sulla drammatica situazione di un territorio costretto a vivere in perenne stato di esasperazione. Dichiarazioni in pratica che hanno fatto un po’ da paravento nei confronti degli interventi giunti dalla platea quando il Balduzzi, futuro candidato per la lista Monti, ha risposto con l’impegno ad integrare lo studio nelle direzione indicata dai questi che gli venivano sottoposti.

Botta e risposta che sembrava viaggiare via tranquillo fino a quando il sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco, ha preso la parola minacciando addirittura di lasciare la sala, infastidito dai «…continui interventi dal pubblico soprattutto da parte pseudomedici, che mettono in discussione l’operato del Ministro interrogandolo su quelle che invece sono delle loro responsabilità».

Commento al quale ha fatto seguito quello del dottore Antonio Marfella, figura nota nel panorama di lotta ambientale del territorio, che partendo da dati riguardanti l’aumento non solo dei tumori  ma  anche di patologie neurologiche come autismo e Alzheimer, ha rimarcato per l’ennesima volta l’esigenza di mettere mano a sistemi di monitoraggio volti ad arginare il fenomeno del trasporto e sversamento di rifiuti tossici industriali.

Intervento, quello di Marfella, sul quale Balduzzi è andato anche oltre le promesse di integrazione, invitando la commissione incaricata dello studio addirittura ad interloquire col medico napoletano per migliorarne la qualità. Parole che a fronte dell’entusiasmo suscitato nei comitati, nelle associazioni e nei cittadini in lotta su questo territorio, pongono in dubbio che non può essere tralasciato. Perché se è vero che il professore, Renato Balduzzi, tra qualche mese sarà l’onorevole Balduzzi, e la commissione potrebbe essere sostituita in parte o per intero, quali garanzie risiedono in quell’invito, che possono renderlo migliore di un banale spot elettorale?

Vincenzo Viglione


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