AVERSA – Note buie e luminose hanno animato la serata di venerdì presso la Sala delle Feste dell’Hotel del Sole ad Aversa. La seconda edizione del “Concerto al buio”, organizzata dal Presidente Vincenzo del Piano dell’UNIVOC (Unione Italiana Volontariato pro Ciechi), con la collaborazione del Rappresentante locale dr. Marco Olivetti dell’UICI (Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti) di Aversa, con il patrocinio del Comune di Aversa, ha visto la presenza di numerosi ascoltatori e la perfomance del pianista non vedente Ivan Dalia, accompagnato dalla voce di Salvatore Castaldo, che, sulle note suadenti ed intense del pianoforte, ha recitato testi tratti dal Cantico dei Cantici, poesie di Dino Campana, di Pound, Bukowsky e Artaud.
E mentre i led erano oscurati, i neon delle uscite d’emergenza ricoperti, le porte e i lucernari rivestiti, la sala si riempiva sempre più del suono degli strumenti che hanno dato vita ad un recital di musica e poesia. Una proposta, più che un recital, di “rimettere al centro dell’attenzione la musica e la poesia, contro il potere dell’immagine”, suscitando nel pubblico, perduto nel buio intenso della sala, nuove strade e nuovi approcci visivi.
Gli ascoltatori, attenti e avvicinatisi con profonda curiosità allo spettacolo, hanno così potuto constatare il virtuosismo del grande pianista cieco e della sua capacità artistica. Lo spettacolo, dal titolo “La vita per un canto”, si pone al centro di una carriera ricca di successi per il giovane Dalia, il quale, nato a Teverola di Aversa ma naturalizzato berlinese, ha già ottenuto il premio Kursk nel 2007, collaborando tra gli altri con Toots Thielemans, con il quale si è esibito anche al Marechiaro Jazz Festival nel 2006.
Ed il senso di un concerto “al buio” lo troviamo proprio nelle parole di Dalia che spiega “Gauguin diceva di chiudere gli occhi per vedere meglio. Il buio è una condizione normale per me, ma assolutamente nuova per chi mi ascolta; al buio cadono le barriere, si perde la cognizione del tempo. E poi è un modo per uscire dalla schiavitù e dal condizionamento delle immagini che distraggono dalla purezza dell’ascolto”.
Nicola del Piano