NAPOLI – Le briciole lasciate alla Campania per la formazione delle liste Pd per le elezioni politiche hanno segnato una lunga scia di polemiche. E fortissimi malumori. Sul piede di guerra i gruppi parlamentari e regionali dei Democratici. Nel mirino il segretario regionale Enzo Amendola, impegnato a salvaguardare il suo posto sicuro in parlamento (è il numero 2 nella circoscrizione Campania 2) piuttosto che a tutelare la rappresentanza territoriale e i candidati alle parlamentarie.
Non a caso Bersani è riuscito a piazzare ben 5 nomi del suo listino, quindi calati dall’alto, nonostante il regolamento delle primarie prevedesse un massimo di 4 candidature “paracadutate” per ogni circoscrizione. A Campania 1 invece il leader nazionale ha imposto una cinquina, senza che Amendola battesse ciglio. Con la conseguenza che i “blindati” hanno fatto scalare per il basso i vincitori della parlamentarie. Il segretario campano ha inoltre ingoiato, senza fiatare, il rospo della candidatura al Senato di Luciana Pedoto, segretaria di Beppe Fioroni, in posizione utile in caso di vittoria del Pd. La fedelissima di Fioroni ha tolto spazio ai candidati alle parlamentarie.
Per non parlare del sesto posto assegnato al Senato a Lucia Esposito, che pur avendo conquistato il secondo alle primarie in provincia di Caserta, rischierebbe di non essere eletta qualora il Pd ottenesse un pessimo risultato, e nel caso che Sel portasse a casa 3 senatori e che la lista di Ingroia superasse il quorum per conquistare i seggi a disposizione. Nonostante la sesta posizione per la Esposito non ci dovrebbero essere problemi, ma differenza dei tanti “paracadutati” non c’è la certezza dell’elezione.
Ma l’evanescente Amendola, pur avendo avuto mandato dalla direzione regionale e da quelle provinciali del Pd di chiedere e ottenere la riduzione di posti blindati imposti da Roma, ha addirittura compiuto il capolavoro di peggiorare la situazione, regalando in Campania 1, come già detto, ben 5 posti “sicuri” ai vertici nazionali, unico caso d’Italia. Anche nei gruppi dirigenti locali e nella base del Pd serpeggia un diffuso malcontento indirizzato sul segretario campano, reo – a loro dire – di non aver tutelato i territori e di aver assistito impassibile all’ennesimo “sacco” della Campania.
Critiche e accuse provenienti da più parti, che potrebbero spingere, come si vocifera in queste ore, Amendola a rassegnare le dimissioni da segretario regionale. Ci sarà questo scatto di orgoglio? Non è da escludere visto che il leader campano ha centrato in pieno il suo obiettivo: varcare la porta di Montecitorio. Chiamalo fesso!
Mario De Michele