L’AQUILA – Si sono rivisti oggi per la prima volta, nell’aula C del tribunale dell’Aquila, la giovane studentessa universitaria laziale che fu violentata quasi un anno fa fuori da una discoteca aquilana e l’ex militare campano Francesco Tuccia, accusato di essere lo stupratore. Un dibattimento che si svolge con il rito immediato ed è in corso a porte chiuse per decisione del giudice Giuseppe Grieco, vista la delicatezza e l’efferatezza degli atti.
L’udienza di oggi è stata incentrata soprattutto sulla deposizione della giovane, parte civile, che ha provato a ricordare i terribili momenti di una nottata di divertimento sfociata in dramma. A sfilare anche alcuni testimoni nel tentativo di ricostruire nel dettaglio la vicenda. “E’ cambiato tutto, mi si è proprio stravolta la vita”. Questo il passaggio chiave della testimonianza della giovane studentessa laziale stuprata il 12 febbraio 2012 nella discoteca Guernica di Pizzoli (L’Aquila).
La ragazza è parte civile nel processo con rito immediato a porte chiuse all’ex militare campano Francesco Tuccia, accusato della violenza. A interrogare la giovane il suo legale Enrico Maria Gallinaro, che le ha chiesto di raccontare al giudice quanto rammentasse dell’accaduto. “Ricordo la serata in discoteca, ricordo di aver ballato. Ricordo anche il momento in cui mi sono diretta al guardaroba a ritirare la giacca, quando mi sono separata dall’amica che era con me – ha detto la giovane – .Poi, però, non ricordo più nulla fino a quando mi sono risvegliata sul lettino di ospedale”. Al termine dell’udienza, il giudice Giuseppe Grieco ha aggiornato al 31 gennaio prossimo, quando ascolterà gli ultimi testimoni, la requisitoria dell’accusa, l’arringa difensiva, e poi andrà in ogni caso a sentenza. Alla fine è arrivato il commento dell’avvocato Gallinaro. “La ragazza ha riferito in modo freddo e lucido tutto ciò che ricorda – ha affermato -. Relativamente al processo, l’udienza di oggi a mio avviso ha fatto emergere circostanze e fatti che avvalorano e supportano entrambi i capi di imputazione, violenza sessuale e omicidio volontario”. Da quanto si è appreso, in particolare sono emerse contraddizioni tra quanto dichiarato in passato da Tuccia, l’abitudine a pratiche sessuali estreme poi riscontrate nella violenza dalle analisi mediche, e la deposizione dell’ex fidanzata dell’indagato, testimone della difesa, che oggi ha smentito queste prassi.
Come nelle precedenti due udienze, nonostante il rigido clima aquilano anche oggi fuori dal palazzo di giustizia si sono ammassate decine di donne esponenti di numerose associazioni che combattono la violenza di genere. In particolare, presente il Centro antiviolenza dell’Aquila, che nella prima udienza ha ottenuto il sì del giudice alla costituzione come parte civile in questo processo, evento non troppo frequente in procedimenti simili, ed è rappresentato dall’avvocato Simona Giannangeli. Numerosi cartelli di protesta, uno di questi recita: “Stupratore non lo dimenticare, la furia delle donne dovrai scontare”. Lo stupro avvenne nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012. La ragazza fu ritrovata priva di sensi e sanguinante in mezzo alla neve che in quei giorni aveva ricoperto L’Aquila, a concreto rischio di morte. I sospetti si sono concentrati da subito su un gruppo di giovani che aveva passato la notte in discoteca e in particolare su Tuccia, che si é sempre difeso parlando di rapporto consenziente.