CASERTA – Il Pd non si smentisce. E subito apre il fuoco “amico” sul consigliere regionale Nicola Caputo, raggiunto da un avviso di garanzia della Procura di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto uso improprio dei rimborsi erogati ai componenti del “parlamentino” campano.

A segnalare la prevedibile offensiva dei suoi amici(?) di partito è lo stesso Caputo tramite Facebook: “Ho appreso che qualche mio collega di partito si sta prodigando per delegittimarmi inviando fax alle redazioni dei giornali in cui si sostiene che, oltre all’avviso di garanzia odierno, avrei un rinvio a giudizio. Auspicherei – scrive Caputo – che si ponesse fine a tali atti di sciacallaggio ed in ogni caso intendo precisare che: con riferimento al cosiddetto rinvio a giudizio, in data 8/1/2013, è stata emessa sentenza di non doversi procedere; con riferimento all’avviso di garanzia sono oltremodo sicuro che si chiuderà con una archiviazione”.

Ma perché, come sostiene Caputo, gli attacchi, invece che provenire dall’esterno, cioè da altri partiti, partono proprio dall’interno, cioè dal Pd? Azzardiamo un’ipotesi: avendo vinto le parlamentarie in provincia di Caserta, al consigliere regionale è stato assegnato il quarto posto (elezione sicura) nella circoscrizione Campania 2, per cui se si togliesse di mezzo farebbe spazio a qualcun’altro che, evidentemente, non vede l’ora di prendere il suo posto.

Sarà così? Chissà. L’unica certezza è che nel Pd lo sport più praticato è quello di godere sulle “disgrazie” altrui. Soprattutto se sono amici(?) di partito.

 

Mario De Michele

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