AVELLINO – Tensioni stamani nel carcere di Bellizzi Irpino (Avellino) per la visita di una delegazione sindacale della Uil-Penitenziari autorizzata dal Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria (DAP) a scattare foto e girare video alle celle e alle sezioni detentive.
Una visita sgradita per i detenuti sottoposti al 41 bis (carcere duro), che non volevano essere ritratti: i carcerati, secondo quanto reso noto dal Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) hanno manifestato il proprio dissenso dando vita alla “battitura”, cioé picchiando le sbarre con oggetti di metallo. L’ok dell’amministrazione penitenziaria a fare entrare macchine fotografiche e cineprese nella casa circondariale è stata definita come “una decisione importante verso la trasparenza”, dai due componenti la delegazione, Eugenio Sarno e Massimo Spiezia, rispettivamente segretario generale e componente della Direzione Nazionale della UIL Penitenziari. “Oggi non abbiamo potuto fotografare le celle perché l’autorizzazione è stata ritenuta generica e il comandante di Avellino ci ha chiesto di soprassedere a fotografare ambienti detentivi”, ha detto Sarno. “Pur non condividendo tale impostazione abbiamo voluto seguire le sue indicazioni anche se ciò ci ha privato della possibilità di documentare come celle sovraffollate con letti a castello a tre piani non consentano al personale di effettuare quei controlli di sicurezza, come la battitura delle inferriate, che a volte sono determinanti per evitare evasioni eclatanti come è avvenuto recentemente a Busto Arsizio”, ha concluso il segretario generale della Uil Penitenziari. Il parere della Uil non è condiviso, invece, da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che ha stigmatizzato la decisione dell’Amministrazione di concedere il nullaosta e chiesto le dimissioni di chi l’ha adottata: “il carcere deve essere una casa di vetro, ma se non si rispetta il diritto alla privacy delle persone detenute è ovvio che queste si lamentano determinando tensione che solamente i poliziotti penitenziari devono poi fronteggiare”.