”Finalmente qualcuno che ha letto le carte”. I cronisti strappano poche parole a Nicola Cosentino, uomo-simbolo della riflessione sulla candidabilita’ di esponenti politici che, come lui, sono sotto processo o comunque sottoposti a indagini.

Cosentino, ai giornalisti che gli riportano la posizione del commissario del Pdl campano Nitto Palma (”contro Cosentino c’e’ un impianto accusatorio non accettabile, ho letto le carte”), si limita a quella battuta. Quanto all’ipotesi, sempre piu’ concreta, che Cosentino, deputato per varie legislature, sia ora invece candidato al Senato (dove e’ piu’ aspra la battaglia per la conquista del premio di maggioranza), l’ex sottosegretario all’Economia si limita a dire: ”Quando si appartiene a un partito se ne accetta qualsiasi scelta”. Accanto a Cosentino, in prima fila nella platea del convegno, c’e’ Alfonso Papa, altro deputato uscente sottoposto a processo. ”Sto portando avanti la mia battaglia per le carceri, per i diritti civili e affinche’ questo tema di dignita’ non si spenga nel dibattito politico”, dice ai giornalisti. Ed al cronista che gli chiede se ritenga di poter essere tra i ricandidati, risponde: ”Credo che un giornalismo civile, democratico e corretto debba affrontare i fenomeni, non le vicende delle persone”.

 

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