CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo il documento con cui la Cisl indice lo sciopero presso lo Stir. “Il 15 gennaio 2013 i lavoratori dello STIR di S. Maria C.V. per la terza volta si asterranno dal lavoro per l’intera giornata. Lottano perché discriminati nell’assegnazione del parametro stipendiale rispetto ai lavoratori utilizzati presso altri impianti della Campania. Al loro fianco questa volta anche i lavoratori operativi addetti alle discariche ai quali vengono negati diritti previsti dalla contrattazione di primo e secondo livello. Figli di un DIO minore perché casertani!
Non è la prima volta che succede. I lavoratori del trasporto pubblico ex ACMS hanno dovuto subire il licenziamento collettivo per poi approdare in mani private. Si negano risorse al comparto pubblico, soldi a gogò per i privati (CLP), con il risultato evidente del peggioramento dei servizi e delle condizioni dei lavoratori, ma anche aumento dei costi per la cittadinanza. Non è toccata la stessa sorte alle altre società pubbliche campane che pur versano in condizioni peggiori. Sono più bravi i politici napoletani oppure sono incapaci quelli casertani? Ma forse sono solo inesistenti visto che la Provincia di Caserta non si è nemmeno dotata di un assessorato ai trasporti! Ma torniamo al comparto di igiene ambientale.
Vogliono tacciarla come una volgare battaglia di aumenti stipendiali in un contesto di crisi in cui molti lavoratori non percepiscono lo stipendio, ma non è così! È molto di più! È una battaglia di civiltà che dovrà approdare ad un abbattimento dei costi per la cittadinanza, che sta pagando una tassa per i rifiuti tra le più alte di tutto il territorio nazionale con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: emergenze continue, discariche sotto sequestro – perché si sversa di tutto, dal rifiuto tal quale, alle sostanze tossiche altamente inquinanti per il territorio e le falde acquifere -, danni irreparabili per la salute pubblica, il tutto condito dalle irresponsabili affermazioni di un ministro che mentre nega la correlazione tra aumenti di malattie e territorio inquinato, si rifiuta di istituire il registro dei tumori che è già realtà in altre regioni italiane che vivono in condizioni meno precarie.
La missione dello stabilimento di tritovagliatura dovrebbe essere quella di trattare i rifiuti da destinare alla combustione mediante i termovalorizzatori e solo una piccola parte, dopo uno specifico trattamento, dovrebbe essere destinata a discarica. Purtroppo non è così! Il “core business” della GISEC è ormai diventato il trasporto dei rifiuti! – quasi quattro milioni di euro spesi in un contesto in cui non esiste un efficace sistema di tracciabilità – una miriade di consulenze, nonostante le accertate professionalità presenti in azienda, gestione politica ed approssimata, generatrice di diseconomie che si manifestano attraverso continui arresti dell’impianto a causa di guasti alle apparecchiature, incendi nei capannoni, stazionamento improprio di rifiuti”.