VAIRANO – “Sono contento di discutere con voi di questo libro in un luogo che coltiva il bello e il moderno”. Ed il luogo, il Marseglia home di Vairano Scalo, ( show room tra i maggiori nel centro sud per la presenza prestigiose aziende italiane di design ) di Vairano Scalo, non è stato casuale per come inizia la nuova fatica letteraria di Giampiero Mughini e, soprattutto, per come finisce.
Otto intensi capitoli di riflessione (uno dedicato alla sua amatissima cultura francese) che terminano con una sezione dedicata proprio al design, grande passione dello scrittore e giornalista catanese ma da anni trapiantato a Roma dove vive( “vo cantando le lampade, le sedie, i vasi italiani del secondo di plastica e di carta” è il titolo del capitolo finale ). Ma nel libro “Addio, gran secolo dei nostri vent’anni. Città, eroi e bad girls del Novecento(Bompiani) ”grande spazio, sotto il fuoco autobiografico e le lenti della memoria, è presente, eccome, tutto il tragico del cosiddetto secondo breve , del ‘900 che ha “fecondato due mostri quali il bolscevismo-comunismo ed il nazismo” ha detto nel salone messo a disposizione dai titolari del centro con un’area espositiva di circa cinquemila metri quadrati (l’iniziativa si è avvalsa anche della collaborazione del liceo linguistico paritario “J.Joyce” di Piedimonte Matese). Il libro inizia infatti con il ricordo di quando un gruppo di amici si riunì per la prima volta per decidere il titolo di una rivista di politica e sorrisi con il Novecento, seduti su un divano neoclassico di inizio ottocento che sarebbe piaciuto a Mario Praz, quella serata d’autunno del 1963..”. In mezzo capitoli dedicati al mondo dei giornali, alla cultura musicale a quelle “stimmate dolorose ed inebranti” del ‘900. E poi “che di meglio , a chiudere il racconto della mia avventura novecentesca se non fare l’apologia degli oggetti del design italiano che ho amato e collezionato e con i quali convivo ogni giorno”. Un viaggio personale ma al contempo molto collettivo che è stato raccontato nel corso di una denso intervento introduttivo seguito alla presentazione del docente del “Joyce”, Umberto Geremia che ha sottolineato la capacità narrativa di Mughini a “sovrapporre e fondere linguaggi diversi”. Diverse le domande poste e richieste dal pubblico con le risposte dell’autore “novecentesco”.
Michele Martuscelli