MATESE – Altro che aggiustamenti di maniera in Italia ci vuole un rovesciamento, un cambiamento radicale”.Le parole di Iannotta, ex consigliere comunale e coordinatore provinciale dell’IDV, rese nel corso dell’incontro di inaugurazione della campagna elettorale di Rivoluzione Civile-Lista Ingroia, promosso da Rifondazione Comunista che candida il segretario Raffaele Campanile, hanno voluto rimarcare l’esigenza di una nettezza di prospettiva, di una rottura rispetto agli assetti esistenti tanto è vero che la parola-chiave nei volantini era quella di alternativa non solo al ciclo berlusconiano ma anche al “moderatismo” del governo Monti appoggiato dal PD e dall’udc.
La “lista Ingroia”- è stato detto- è anche uno sbocco alternativo al grilliamo accusato di “scarsa democrazia interna, di verticismo nonostante molti programmi in comune e l’impegno di tanti militanti del M5stelle. Ma noi non ci sogniamo nemmeno di fare apertura alla destra di Casapound” come ha dichiarato da Michele Meglio di Rifondazione che ha coordinato la prima manifestazione elettorale. Il rappresentante del partito ha illustrato i punti cardine del programma sintetizzato in 23 punti tra cui la rivendicazione di uno stato pienamente laico (“lontano dai condizionamenti della chiesa”), l’estensione dell’IMU agli immobili commerciali della Chiesa e delle banche, la cittadinanza a tutti i nati in Italia, il ripristino dell’articolo 18 dello stato e della controriforma varata dal governo Monti, l’abbattimento delle spese militari:”questo è il nostro DNA e da qui ripartiamo” ha concluso. Tra le critiche più frequenti quelle verso il candidato premier del centro sinistra Bersani sul cosiddetto voto utile :” è un voto utile il voto a partiti che negli ultimi venti anni hanno demolito anni di sacrifici e di conquiste sociali? Certamente no”, ha terminatoGeppy Zappulo “ Nella nostra storia politica ci sono troppe pagine nere da disgelare ed Ingoia è il simbolo di questa esigenza di verità” ha detto Iannotta che ha richiamato-rimproverato la posizione assunta dal capo dello stato con l’attivazione del conflitto contro i PM palermitani davanti alla corte costituzionale(la sentenza favorevole al presidente Napoletano ha disposto la distruzione delle intercettazioni). Iannotta ha posto il tema cruciale del distacco tra partiti e comune sentire condannando le commistioni tra potere economico-finanziario e partiti o meglio “gangli del potere politico e non solo di interessi convergenti di oligarchie che fingono di configgere” citando l’esempio del monte dei Paschi di Siena. Ha criticato fortemente la logica opportunistica del voto utile invocato dal PD e ha sottolineato il “profilo culturale” legato alla parola rivoluzione per la promozione di atteggiamenti e comportanti che superino la “cultura dell’immagine e dell’effimero inculcati non a caso in tanti anni. E poi rivoluzione vuol dire porre al centro il lavoro”.