Il sostegno politico all’azione francese in Mali c’é tutto, ma quello pratico, logistico, non arriverà. Il premier Mario Monti lo dice chiaramente, spiegando senza giri di parole le ragioni che hanno portato il governo a questa decisione: “Ho chiesto ai segretari dei tre partiti della maggioranza di pronunciarsi” sull’ipotesi di dare supporto logistico alla Francia in Mali, ma “ci hanno detto di ‘no'”.

E una decisione del genere non può certo essere presa da un governo dimissionario, senza un appoggio politico forte. La Francia risponde a distanza dicendosi molto soddisfatta del sostegno comunque giunto da Roma sin da inizio missione, anche se non sarà pratico, ma le parole di Monti che non sembrano scalfire l’Eliseo, stupiscono piuttosto in casa nostra. Anche perché arrivano a sei giorni dall’ ordine del giorno approvato dalla Camera che – seppur non vincolante – dava al governo la copertura politica per un contributo logistico in Mali. Decisione presa il 22 gennaio scorso, poche ore dopo l’audizione alle commissioni esteri di Camera e Senato durante le quali i ministri degli esteri Giulio Terzi e della Difesa Giampaolo di Paola, si erano detti pronti a inviare due aerei da trasporto e uno per il rifornimento in volo “qualora ci fosse un’indicazione favorevole delle forze politiche”. Giunta, appunto, poche ore dopo. “Abbiamo tratto dai principali gruppi parlamentari – aveva detto già in mattinata Terzi – un’ indicazione politicamente molto vicina e in sintonia con la posizione del governo”. Ma per prendere una decisione del genere, spiegano fonti vicine al professore, Monti voleva un appoggio più forte. Quello, appunto dei leader politici. E se dal Pd è arrivato il sì ad un appoggio logistico “definito e limitato”, resistenze si sarebbero registrate in casa Pdl. “L’Italia – ha detto Monti intervenendo a Omnibus in mattinata – si è trovata in una condizione di particolare difficoltà, dato lo stato dimissionario del governo: io ho chiesto ai segretari dei tre partiti della maggioranza di pronunciarsi su questo tema, ma non è venuto un appoggio che consenta di confidare in una delibera del Parlamento”. Il prof. ha spiegato che i leader gli hanno detto “o di no o hanno avuto un atteggiamento di grande cautela: è vero che c’é un ordine del giorno della Camera a favore, ma di significato politico modesto perché molti parlamentari non si ripresentano”. Il Pd ha subito chiesto chiarimenti, invitando Monti ad evitare “malizie” in politica estera. E stupita si è detta anche la vicepresidente del Senato Emma Bonino, visto che la settimana scorsa in Parlamento sembrava esserci “convergenza” sulla proposta di fornire supporto logistico. Il firmatario dell’ordine del giorno della Camera, Franco Frattini, definisce “miopia da campagna elettorale” il no dei leader di partito, ma punta il dito soprattutto contro l’Europa che, ancora una volta, “non ha saputo agire unita”. Terzi ha comunque precisato che il supporto logistico alla Francia resta “una priorità che il prossimo Parlamento confidiamo possa affrontare” ma “al momento mancano le condizioni politiche”, in questa “fase parlamentare con il Governo dimissionario”. E del resto, ha sottolineato il professore, non è la prima volta che un paese europeo si trova nell’impossibilità di prendere decisioni perché sotto elezioni. Quel che è certo, al momento, è che i maggiori partner europei e internazionali quella decisione l’hanno presa. Gran Bretagna e Germania hanno già inviato i loro aerei per il trasporto delle truppe e il supporto logistico, così come gli Stati Uniti che dal 22 gennaio hanno iniziato a trasportare equipaggiamenti e personale dalla Francia al Mali.

 

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