CASERTA – «Occorre tagliare altrove, nei troppi sprechi, e garantire risorse ai nostri bambini. Questa è la grande rivoluzione, scegliere come investire e non arretrare di un passo rispetto ai fondi destinati alle politiche per l’infanzia. I soldi, inoltre ci sono. Dobbiamo infatti, utilizzare le risorse europee: abbiamo speso poco e male i fondi destinati al Sud attestandoci quali penultimi in Europa per capacità di spesa». Ha le idee chiare Clementina Ferraiolo, candidata alla Camera con Rivoluzione civile su come affrontare i temi dell’infanzia.

«Occorre potenziare ed incentivare il ruolo dell’impresa sociale, che coniuga profitto, lavoro e capacità di generare utilità sociale nell’interesse generale, per la gestione dei servizi, anche quelli legati all’infanzia – spiega Ferraiolo – Occorre costruire e rafforzare una rete virtuosa su ogni territorio tra istituzioni, associazioni, imprese. Le associazioni vanno sostenute anche con una rete di servizi che la pubblica amministrazione deve mettere a disposizione, a partire dai luoghi pubblici (a Caserta molti beni inutilizzati e abbandonati). Occorre fare una rivoluzione culturale: i bambini non sono un costo su cui tagliare. La Rivoluzione si fa con le scelte e con la credibilità delle persone». La determinazione della candidata casertana nasce da una lunga esperienza personale a tutela dell’infanzia. Clementina Ferraiolo è impegnata da oltre dieci anni a sostegno dell’infanzia in difficoltà, in qualità di presidente di un’organizzazione non profit che ha sostenuto ad oggi oltre mille bambini con i propri progetti grazie ad una rete di sostegno fatta di Fondazioni, parrocchie, altre organizzazioni non profit, volontari e aziende. Donando attività sportiva in maniera totalmente gratuita e attivando percorsi ludico – didattici con laboratori mirati, la giovane trentenne è riuscita a realizzare il più grande progetto di sport solidale del Sud del Paese che si caratterizza, raccogliendo un plauso generalizzato, come un’attività anticrisi, di sostegno al reddito, che aiuta concretamente le famiglie colpite dalle difficoltà economiche. «La tutela dell’infanzia è al centro del mio impegno, non da oggi, non da candidata ma da cittadina, volontaria, professionista da oltre dieci anni. So per esperienza diretta quanto è difficile offrire servizi e generare cambiamenti positivi ed è per questo che sono orgogliosa della nostra capacità di attivare e accrescere ogni anno i nostri progetti senza aiuti pubblici ma grazie alla qualità del nostro lavoro e al sostegno di privati e volontari – sottolinea – Oggi i problemi legati al mondo dell’infanzia hanno assunto proporzioni allarmanti: nel nostro Sud oltre mezzo milione di bambini vivono in povertà assoluta e, al tempo stesso, si registra una riduzione dell’80% del fondo per le politiche sociali e, quindi, la spesa sociale più bassa d’Italia. I nostri bambini sono esposti alla carenza di servizi, a partire dagli asili nido, di spazi pubblici attrezzati, alla disuguaglianza nell’accesso ai mezzi e alle opportunità, ai veleni dell’inquinamento e alla cultura dell’illegalità. Sul versante della dispersione scolastica, oltre ventimila bambini hanno abbandonato la scuola in Campania tra il 2004 e il 2009».

 

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