CESA – I Gruppi Consiliari di UDC, PDL e CESA AL CENTRO rispondo all’opposizione cercando di chiarire le ragioni alla base della scelta di rinviare la mozione a sostegno dell’iniziativa di legge popolare avviata dalla Cgil per tenere in attività le aziende confiscate.
“Tenere fuori il Consiglio Comunale da iniziative che sono oggetto di strumentalizzazione in un momento in cui imperversa la campagna elettorale per le elezioni politiche. Questo è il motivo di opportunità e di buon senso che ha spinto la maggioranza a non entrare nel merito della proposta di legge di iniziativa popolare ” per la tutela dei lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate alla criminalità” che, come si legge sul sito della CGIL, è promossa da CGIL, ARCI, ACLI, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Lega Coop, Libera, SOS Impresa. La maggioranza ha legittimamente esercitato il diritto di questione pregiudiziale, previsto dall’art.33 del regolamento del consiglio comunale, ritenendo che l’argomento, proposto in un momento di forte dialettica come la campagna elettorale, non avrebbe trovato la serenità di giudizio che merita perché promosso solo da una parte del mondo del lavoro e dell’associazionismo. Qualcuno infatti si è chiesto perché tra i promotori non figurassero CISL ed UIL. Coloro che asseriscono che l’iniziativa è stata sostenuta da ANCI Campania, omettono di dire che il Presidente di tale associazione, Enzo Cuomo, che in passato si era spinto a promuovere l’iniziativa, si è attualmente autosospeso da tale carica in quanto candidato al terzo posto nelle liste del Senato per la Campania in quota PD. Lo stesso atteggiamento di Cuomo consiglia di rinviare iniziative istituzionali fino alla scadenza della campagna elettorale. Inoltre l’ordine del giorno così come formulato prevedeva l’utilizzo sia di manifesti pubblici da parte del Comune sia del sito internet istituzionale del Comune stesso per la pubblicizzazione della raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge, cosa non proponibile in quanto il Comune è una istituzione al di sopra delle parti e non può utilizzare le proprie strutture per veicolare proposte, per quanto meritevoli, che non vengano dalle istituzioni ma da una parte della società. Un rifiuto a procedere a tale incombenza sarebbe sicuramente stato strumentalizzato come una non condivisione della proposta che è in linea di principio invece condivisibile, ma che va portata nelle piazze per le firme dei cittadini e non nei consigli comunali per discussioni e passerelle di facciata. Dal momento che la raccolta delle firme non ha scadenza, resta la nostra disponibilità a discutere di tale proposta in consiglio comunale un attimo dopo le elezioni politiche, ma allora forse non interesserà più agli attuali proponenti”.