Hanno segato le sbarre della cella e si sono calati con lenzuola i due detenuti albanesi, di circa una trentina d’anni, evasi dal carcere di via Burla a Parma. Lo ha riferito, dopo ulteriori accertamenti, il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante.
I due sarebbero poi riusciti a raggiungere l’esterno della struttura penitenziaria. Potrebbero risalire invece alla serata di ieri, secondo informazioni ancora da confermare, i colloqui avuti dai due evasi con i familiari. “Stiamo acquisendo notizie precise su come siano potuti evadere due detenuti dal carcere di Parma, ma un dato è certo: mai come in quest’ultimo anno si sono contate numerose evasioni e sventati tentativi” sottolinea il segretario generale del Sappe, Donato Capece, secondo il quale “i segnali scelti dal Dap non sono certo quelli di una intensificazione e di un potenziamento degli strumenti di vigilanza, ma le fantasie di carceri autogestiti da detenuti e una vigilanza dinamica che allenta proprio la sicurezza e la vigilanza”.
“Per questo – aggiunge Capece – l’attuale dirigenza dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino e Luigi Pagano, non può restare un minuto di più alla guida del Dap. Mi appello al Ministro della Giustizia Paola Severino”. Il Sappe sottolinea “la continua riduzione del personale di polizia penitenziaria: al momento mancano 7.500 unità a livello nazionale (650 solo in Emilia-Romagna), nei prossimi due anni ne perderemo altre 2.000 a causa dei tagli alla spesa pubblica, considerato che potremo assumere solo il 35% circa di coloro che andranno in pensione”. E, aggiunge Durante, anche “l’eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza fanno in modo che il carcere diventi sempre meno sicuro”.