MARCIANISE – “Ho atteso con fiducia il corso della giustizia perché sicuro della correttezza della mia amministrazione comunale”. Esordisce così l’ex sindaco Filippo Fecondo durante la conferenza stampa convocata oggi pomeriggio presso il proprio studio professionale a Marcianise. Una decisione, quella della prima sezione centrale d’Appello della Corte dei Conti, che mette la parola fine ad un contenzioso che lo aveva visto condannato nel primo giudizio e che ora viene completamente ribaltato con una sentenza che stabilisce un principio giurisprudenziale molto forte e destinato a fare «scuola».
Ma la sentenza fa di più ed in sostanza rimarca che non solo non ci fu danno erariale ma che gli atti compiuti dall’amministrazione comunale a guida Fecondo furono determinanti per iniziare una raccolta differenziata nella città di Marcianise che, seppure con percentuali basse, si muoveva all’interno delle innumerevoli difficoltà dovute ad una emergenza rifiuti devastante, quella relativa agli anni 2003, 2004 e 2005. L’ex sindaco è stato assistito dal Prof. Avv. Alfredo Contieri e dall’Avv. Gennaro Macri i quali hanno sostenuto sin da subito l’annullamento della sentenza di primo grado e l’accoglimento dell’appello proposto. Il Comune di Marcianise, nel 2004, pur ottenendo una percentuale del 6,17%, era si lontano dall’obiettivo del 30% previsto dalla Legge Ronchei, ma si trovava al di sopra della media regionale e ben al di sopra di quella provinciale che sfiorava, tranne qualche rarissima eccezione, le percentuali dello zero virgola. Il Comune di Marcianise aveva predisposto un’organizzazione di raccolta differenziata che avveniva attraverso i cassonetti differenziati distribuiti, secondo uno specifico piano, nell’area perimetrale della città. Una organizzazione che, ammette nelle motivazioni a sostegno degli appellanti la Corte dei Conti, non aveva incontrato un idoneo accoglimento da parte della popolazione. Fu lo stesso Comune di Marcianise, sempre su disposizione dell’ex fascia tricolore Fecondo, a predisporre successivamente un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti “spinta” attraverso la raccolta cosiddetta “porta a porta”.
“Era inverosimile – spiega Fecondo – che fra tutti i comuni d’Italia, il 90% dei quali non aveva raggiunto il 30% di differenziata, esclusivamente quello di Marcianise veniva sanzionato. Ma il clima di allora, dal 2006 in poi, era quello di un attenzionamento dell’Amministrazione Comunale da me guidata alimentato spesso da lettere anonime e suggeritori più o meno occulti”. Alla domanda se questa sentenza servirà a far sciogliere definitivamente la riserva su una sua ricandidatura a sindaco della città Fecondo risponde: “Ho di fatto sciolto la riserva e già comunicato al segretario cittadino del Pd Angelo Raucci, che nei prossimi giorni potrà essere ufficializzata la mia candidatura”.