Non aprite quella porta. Nel cinquecentesco palazzo del Senato c’é una stanza in cui nessuno vuole più entrare. La sua porta d’accesso, bellissima, antica, di legno intagliato, verde pastello con maniglie e fregi in ottone, nessuno vuole più aprirla.
E, nel ‘porta-targhetta’ fissato sullo stipite, sono mesi che non compare più alcun nome. La ragione è di quelle inconfessabili: a Palazzo Madama sono tutti convinti che non ‘porti bene’. Nelle ultime cinque legislature, i quattro Questori che avevano l’ufficio in quella stanza sono morti. In più, sempre la stessa stanza, è stata teatro di un incidente a dir poco inquietante: le fiamme ne divorarono mobilia e suppellettili il 30 marzo del 2009. Ancora non chiare le cause dell’incendio. Da allora, nel più assoluto rispetto dell’adagio ‘non e’ vero ma ci credò, nessuno vuole più aprire quella porta, neanche per far scattare una foto. La scusa ufficiale è che conterrebbe ancora gli effetti personali dell’ultimo senatore scomparso, ma la realtà è che tra tutti i commessi e i dipendenti ‘consultati’ nessuno se la sente più di varcare quella soglia.
E in molti sono pronti a scommettere che anche per la prossima legislatura la stanza ‘senza nome’ resterà senza inquilino. Inutile cercare nei libri di storia cosa ospitasse prima che palazzo Madama diventasse la sede del Senato della Repubblica. Pare che Margherita d’Austria, la cosiddetta ‘Madama’, figlia naturale di Carlo V e duchessa di Parma e Piacenza, che ebbe l’ edificio in usufrutto alla morte di Alessandro de Medici, al secondo piano del palazzo (dove si trova appunto la ‘stanza maledetta’), vi ospitasse la servitù . E stessa cosa fece l’altra grande signora di questo Palazzo nel cuore del centro storico di Roma, Violante di Baviera. Ma dal ‘700 ad oggi non si ha notizia di altri misteri. Neanche quando Palazzo Madama divenne la sede della polizia pontificia dopo essere stato una sorta di ‘sala Bingò: nella sua lunga e travagliata storia l’edificio servì infatti anche per l’estrazione dei numeri del lotto.