CASAL DI PRINCIPE – Doveva guadagnarsi sul campo l’affiliazione al clan segnalando ai killer la presenza della vittima designata dal gruppo Bidognetti. E’ con questa accusa che è finito in carcere Fabio Monaco, di 39 anni, di Casal di Principe (Caserta) nell’ambito dell’indagine sul tentato omicidio di Francesco Panaro, nell’ambito della guerra tra i clan casertani.
Monaco è destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, insieme con Alessandro Cirillo, 37 anni, ritenuto il mandante dell’agguato. I militari del Nucleo investigativo hanno dato esecuzione al provvedimento, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. Le accuse contestate sono di tentato omicidio e detenzione illegale di armi in concorso, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il sodalizio camorristico dei Bidognetti del clan dei Casalesi. E’ stata fatta così luce sul tentato omicidio di Panaro, esponente del contrapposto gruppo criminale ‘Cantiello-Tavoletta’, organizzato nel febbraio 2001. L’indagine ha permesso di far emergere, tra i protagonisti dell’agguato, tra gli altri, anche le figure degli odierni arrestati, rispettivamente mandante e ‘specchiettista’, ovvero colui il quale aveva il compito di individuare la vittima.
Il provvedimento cautelare è il risultato di approfondimenti investigativi, corroborati anche da dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Luigi Grassia, in ordine al tentato omicidio nel febbraio 2001 di Francesco Panaro cl.’61 alias “o’scagnato”, esponente del contrapposto gruppo criminale “Cantiello-Tavoletta” costituito da affiliati fuoriusciti dalla fazione Bidognetti.
Monaco è stato rintracciato ed bloccato in L’Aquila dove l’impresa edile della quale è titolare stava svolgendo alcuni lavori. Al momento dell’arresto l’uomo aveva nella propria disponibilità una pistola.
Dopo le formalità di rito, Monaco è stato associato alla Casa Circondariale di L’Aquila.